L’Unione Europea ha inserito l’ala militare di Hezbollah nella lista nera del terrorismo.
L’intento, secondo gli esperti, è di cercare di separare la parte militare del movimento
da quella del partito che, in Libano, ha milioni di elettori. Soddisfazione della
Casa Bianca, mentre la tv di Hezbollah ha criticato la decisione. Amedeo Lomonaco
ha intervistato Lorenzo Trombetta, corrispondente da Beirut per l’Ansa:
R. - E’ una
decisione importante, dal punto di vista politico ininfluente, perché i membri del
braccio armato di Hezbollah, da quando la decisione entrerà in vigore in Europa, non
potranno entrare nei Paesi membri dell’Unione con un visto e i loro eventuali beni
presenti nelle banche europee saranno congelati; detto questo, è evidente che membri
ufficiali dell’ala armata di Hezbollah non girano in Europa con tanta facilità e i
loro beni - se c’erano in Europa - sono stati da tempo trasferiti altrove.
D.
- E’ una decisione, questa, frutto di un ampio dibattito all’interno dell’Unione Europea...
R.
- Il dibattito sulla messa al bando del braccio armato di Hezbollah da parte dell’Unione
Europea va avanti da molto tempo. Hezbollah ha già avviato le eventuali contromosse
da questo punto di vista: tra l’altro, i ministri dell’Unione Europea hanno detto
nei giorni scorsi che questa eventuale decisione - che poi oggi è stata presa - non
avrebbe influito sui rapporti politici tra Bruxelles e tutti gli attori politici libanesi,
ricordando appunto che Hezbollah è un partito membro non solo del Parlamento, ma anche
del governo dimissionario.
D. - Quali i sentori di una possibile operatività
di Hezbollah in Europa?
R. - Ci sono stati due casi evidenti. Un membro di
Hezbollah ha confessato al Tribunale cipriota di esser parte dell’organizzazione libanese
e di essere lì a Cipro per coordinare delle attività e delle azioni del movimento
sciita; mentre un anno fa - il 18 luglio del 2012 - in un attentato in Bulgaria, dove
furono uccisi tra l’altro alcuni israeliani, le autorità bulgare hanno successivamente
individuato alcuni membri di Hezbollah come autori, e forse addirittura anche mandanti,
dell’attentato. Il processo è ancora in corso, ma soltanto l’ombra di un sospetto
ha spinto alcuni membri dell’Unione Europea ad avanzare la richiesta di inserire Hezbollah
nella lista delle organizzazioni terroristiche.
D. - L’intento è di cercare
di separare l’ala militare del movimento da quella del partito, che ha milioni di
elettori. E’ realizzabile questa divisione tra le due facce di Hezbollah?
R.
- Non è riuscita da parte di altri Paesi europei, che hanno inserito già da anni Hezbollah
nelle proprie liste nere nazionali. Per questo gli Stati Uniti, da tempo, hanno inserito
tutta l’organizzazione - la parte politica e militare e quella sociale ed economica
nella stessa lista terroristica, proprio perché è un partito i cui vertici dominano
tutti i vari bracci della sua azione. Quindi è difficile distinguere poi, nel dettaglio,
se un membro appartiene a quella ala o all’ala politica.
D. - In Libano, dove
Hezbollah gestisce ospedali, scuole e strutture caritative, il movimento probabilmente
non è percepito dalla maggior parte della popolazione come un’organizzazione terroristica…
R. - Assolutamente! Innanzitutto per la stragrande maggioranza dei libanesi,
Hezbollah ha ancora una eredità, una legittimità come movimento di resistenza armato
contro l’occupazione israeliana. Nessuno considera Hezbollah un movimento terroristico!
Però la legittimità politica e pubblica di Hezbollah, in questi anni, ha subito un
calo sempre più marcato: la legittimità di Hezbollah si è mantenuta, ma sono emerse
delle crepe in questa sua popolarità, perché molti hanno sostenuto che Hezbollah avesse
tirato dentro il Libano in una guerra - nel 2006 - dai costi umani e infrastrutturali
molto alti. Queste ulteriori crepe sono emerse in modo più evidente da quanto Hezbollah
è coinvolto militarmente e pubblicamente nella guerra in Siria, al fianco delle truppe
del presidente Bashar al- Assad.