Una giovane missionaria italiana a Rio: la Via Crucis di Copacabana l'evento più sentito
Stefania Lo Verde,27 anni, del Centro Missionario diocesano di Bergamo,
da due anni vive nella diocesi di Serrinha, in Brasile, dove è educatrice in una scuola
elementare e collabora in un progetto Caritas per i poveri. Parteciperà a Rio de Janeiro
alla sua prima Giornata Mondiale della Gioventù. Antonella Palermo le ha chiesto
quali siano le sue aspettative:
R. - Non so
cosa aspettarmi, mi sono preparata con tanta gioia, preghiera e pace nel cuore. Credo
che saremo pronti per vivere questi giorni.
D. – In che modo Papa Francesco
sa toccare il cuore dei giovani?
R. – Io credo che Papa Francesco ha un grande
consenso grazie alla sua semplicità, innanzitutto, ed al richiamo continuo che lui
rivolge, anche alla Chiesa, di spogliarsi del superfluo per arrivare al cuore del
messaggio vero di Gesù. Credo che il suo segreto stia soprattutto nel dare l’esempio.
D.
– Come i giovani vivono la dimensione spirituale nella realtà in cui ti trovi a vivere
in questo periodo, a contatto con i più piccoli?
R. – Se parliamo di giovani
un po’ in tutto il Brasile, credo che ci sia ancora molto molto da fare. Purtroppo
credo che ci siano ancora tanti giovani molto lontani da Dio: molti scelgono strade
che poi non hanno uscita, come la droga e la violenza. Forse bisognerebbe accompagnare
la loro spiritualità fin da quando sono bambini; il mio compito come educatrice a
scuola è anche questo. Quelli che hanno avuto questa fortuna - coltivare la loro spiritualità
in famiglia, nella scuola, nella comunità cristiana – partecipano attivamente e con
gioia alla Messa, alla catechesi ed anche a livello di pastorale giovanile organizzano
una serie di incontri ed attività. Quindi, spero che quelli che partecipano lo facciano
poi attivamente, con tanta gioia.
D. – Quale appuntamento di questa Gmg ti
incuriosisce di più?
R. – Quello che mi incuriosisce di più è la Via Crucis:
non è da tutti i giorni fare una Via Crucis sulla spiaggia di Copacabana, ma direi
che la cosa più significativa è che saranno proprio i giovani a portare la croce.
Un segnale dei giovani d’oggi che comunque, anche a livello sociale, devono fare qualcosa
per cercare di migliorare: addossarsi un po’ le croci di tutti i giorni per poi migliorare
il nostro futuro anche con la preghiera e attraverso il contatto con Dio.