Consiglio ecumenico delle Chiese: l'accesso all'acqua sia un diritto per tutti
Garantire “un accesso universale, anche ai poveri e alle persone emarginate, all’utilizzo
dell’acqua potabile e dei servizi igienici”: è questo l’appello ai Governi e alla
comunità internazionale rivolto dai partecipanti a un recente incontro, a Berlino,
promosso dalla Rete ecumenica dell’acqua (Ecumenical Water Network, Ewn) del Consiglio
ecumenico delle Chiese (Cec) per ispirare risposte e azioni concrete per la giusta
distribuzione dell’acqua. In un comunicato ripreso dall’Osservatore Romano, il Cec
rende noto che al termine dell’incontro è stato pubblicato un documento nel quale
si riafferma la necessità di garantire il diritto all’acqua e alla vita. “L’acqua
—ricorda il testo — è un elemento essenziale per la vita di ogni creatura” ed è anche
“un tema centrale nella vita spirituale”. Per questo occorrono “azioni responsabili
per preservarla e distribuirne i benefici a tutte le creature”. Nel documento si sottolinea
ancora — richiamando il tema della prossima assemblea generale del Cec, che si terrà
in autunno a Busan (Corea del Sud) sul tema “Il Dio della vita ci conduce alla giustizia
e alla pace” — che “Dio ci conduce all’abbondanza della vita e della pace anche attraverso
la giustizia nella distribuzione delle risorse idriche”. Nel testo si offrono, fra
l’altro, una serie di dati per spiegare la difficile situazione nella quale vivono
milioni di persone. La mancanza di acqua potabile e di servizi igienici provocano
complessivamente almeno il 10 per cento di tutte le malattie su scala mondiale e circa
3 milioni di persone muoiono ogni anno per tali cause. Circa 800 milioni di persone
non hanno accesso a fonti sicure di acqua potabile e ogni giorno 4.000 bambini in
tutto il mondo muoiono per malattie legate all’acqua. Inoltre, denuncia il documento
l’utilizzo irresponsabile dell’acqua o di altre risorse a scopi agricoli e industriali,
il degrado ambientale e l’inquinamento alimentano i conflitti nel mondo. Di qui l’appello
ai Governi a “rinnovare i loro impegni” per garantire che l’accesso all’acqua potabile
e ai servizi igienici sia considerato un autentico diritto umano e l’impegno delle
Chiese a farsi promotrici attive di questo diritto presso le sedi istituzionali internazionali.
(A cura di Lisa Zengarini)