Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica
Nella sedicesima domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui Marta si lamenta con Gesù, perché mentre lei è presa dai molti servizi,
la sorella Maria siede ai piedi del Signore ascoltando la sua parola. Gesù allora
le dice:
«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una
cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Su questo brano evangelico ascoltiamo una breve riflessione di don
Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris
Mater” di Roma:
L’episodio del
Vangelo di questa domenica, raccontato solo da Luca, illumina un aspetto fondamentale
della vita cristiana: accogliere il Signore. L’ospitalità che Gesù attende entrando
nella casa di Marta e Maria, come entrando nella nostra casa oggi, non è un’accoglienza
esterna, fatta di cose da preparare. Egli vuole che lo si riconosca e lo si accolga
come inviato di Dio. Le due sorelle esprimono due forme di ospitalità: Marta si dà
da fare per mettere l’ospite a suo agio, lo assiste, gli prepara tutto ciò di cui
ha bisogno; Maria (immagine della Chiesa) si mette ai suoi piedi, un segno con cui
riconosce l’autorità del Maestro, di cui si fa discepola. Marta (immagine del mondo),
completamente “distratta” dalle molte cose da fare, non ha tempo, non si rende conto
di Colui che ha in casa, non ascolta, non entra in intimità con lui. Per lei Gesù
è un ospite di riguardo, e che quindi richiede ancor più attenzione; ma non è l’inviato
del Padre per la sua vita, non ha tempo per la sua parola. E alla pretesa che la sorella
la aiuti nelle faccende, si sente rispondere da Gesù: “Marta, Marta, tu ti affanni
e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte
migliore che non le sarà tolta”. Comprendiamo bene: non si tratta di contrapporre
vita contemplativa e vita attiva, come spesso si dice. Gesù non ci dà una lezione
di spiritualità. Piuttosto Maria, con discernimento, riconosce l’ospite come inviato
di Dio e lo accoglie, diventandone discepola. È questa l’attitudine che Gesù trova
e loda in lei: ed è la sola cosa necessaria. Anche oggi il Signore cerca questi discepoli,
che sappiano mettersi ai suoi piedi, ai piedi della sua parola, che la sappiano accogliere
e scrutare.