Guerra in Nord Kivu. La denuncia della Chiesa: situazione drammatica
Nella Repubblica Democratica del Congo continua l’offensiva governativa contro i ribelli
del Movimento 23 marzo (M23), in particolare sulle colline di Kanyarucinya e Kibati,
due località a meno di venti chilometri dalla città di Goma. Nella regione del Nord
Kivu la situazione continua ad essere drammatica e la missione dei Caschi blu dell’Onu,
denominata Monusco, è stata rafforzata con l’invio di una brigata di intervento rapido,
forte di tremila uomini e con un ampio mandato di entrare, se necessario, in battaglia.
Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente in Congo il primo vicesegretario
della Conferenza episcopale del Paese, l’abate Donatien Nshole:
R. – Nell’ultimo
incontro, i vescovi hanno fatto un appello per tutti coloro che sono stati rapiti
a Beni Butembo, tra cui tre sacerdoti assunzionisti, di cui finora non si sa nulla
e sembra siano stati dimenticati da tutti. Ora abbiamo fatto un appello a tutti i
livelli, anche a livello di governo, dell’Onu con la Monusco, la Missione di stabilizzazione
delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo, affinché si prenda sul
serio questo aspetto. Siamo contenti perché la Monusco ha mandato inviati per seguire
da vicino questa situazione. E’ una situazione drammatica. Bisogna pregare per loro:
le conseguenze umanitarie sono veramente tristi, tristi, tristi … Invece, a Goma attualmente
la situazione si è un po’ calmata, anche se questa settimana non è stata buona perché
sono ripresi gli scontri con M23, il Movimento 23 marzo. Abbiamo parlato con i sacerdoti
che sono sul posto: dall’altro ieri è tornata la calma. E’ stato dato ordine – non
si sa da chi – di fermare la guerra.
D. – Padre, che fare?
R. – La Chiesa,
per parte sua, sta preparando un incontro a livello delle Commissioni Giustizia e
Pace delle Conferenze episcopali dell’Africa Centrale: Congo, Rwanda, Uganda. Ci sarà
un primo scambio a settembre per preparare un grande incontro per reagire a questa
situazione.
D. – Nel Nord Kivu, in particolare, che cosa succede? Quali sono
le richieste dei ribelli?
R. – I ribelli, secondo me, pretendono quello che
già la Costituzione riconosce; vogliono quello che tutti noi, anche la Chiesa, chiediamo:
la democrazia, tenere conto della situazione economica … Ma questo, secondo noi, non
è una ragione per condurre una guerra a questi livelli!
D. – Padre, qual è
il coinvolgimento dei Caschi blu? Che cosa attendere dalla comunità internazionale?
R.
– La comunità internazionale è lì … adesso sta riordinando questa Brigata che deve
impedire ai belligeranti di fare la guerra, ma questa non sarà una soluzione definitiva,
perché questo non garantirà la fine delle forze ribelli che noi vogliamo siano allontanate.