2013-07-20 14:09:34

Gmg. Padre Cesare, missionario in Brasile: in tanti giovani c'è un ritorno alla fede


Il fermento che si respira nella città di Rio de Janeiro è testimoniato anche da padre Cesare Cìceri, un religioso scalabriniano, originario di Milano, che da 13 anni è missionario in Brasile e attualmente è parroco a Botafogo, a pochi chilometri dai luoghi della Gmg. Antonella Palermo lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Ci stiamo preparando con molto entusiasmo, con molta allegria. Tutta la gente, i parrocchiani collaborano con molta felicità, sono ben disposti. Io avrò un gruppo di 15-20 signore che verranno alle 5.30-6.00 del mattino per preparare il caffè, pulire i bagni per i 100 giovani che ospitiamo, e poi alla sera alle sette prepareranno per loro la cena. E loro stesse si occupano della spesa per il cibo.

D. - Quindi, una grande disponibilità…

R. – Sì. I latinoamericani hanno poco ma il poco che hanno lo dividono con grande serenità e con grande gioia, per cui è davvero bello poter stare in mezzo a loro e sentire questo entusiasmo e vivere la fede, rinnovarla in questo Anno della fede.

D. – La città si è trasformata in queste ultime settimane?

R. – Sì, in queste ultime settimane tutti i ponti del metrò, la stazione dei pullman, l’aeroporto sono pieni di volontari che accolgono e indirizzano. Il Sambodromo, dove c’è il carnevale, è pieno di giovani, di volontari e pellegrini che stanno ritirando il kit pronto, i cibi e tutti i bonus per poter viaggiare. Ci sono già tutti i palchi pronti, tutti i grandi teloni pronti, hanno già fatto le prove, sta funzionando tutto bene. Già c’è gente che passa una notte a Copacabana: qualcuno che è già lì prende il sole durante il giorno, aspettando l’apertura e anche la giornata di venerdì.

D. – Come vivono i giovani la fede in Brasile?

R. – Abbiamo un po’ di crisi come in tutto il mondo. Qualche giovane si sta allontanando dalla fede e altri che la vivono con intensità. Quelli che la vivono, la vivono in maniera molto forte e molto radicale. Abbiamo anche molte nuove comunità evangeliche e poi abbiamo anche i gruppi parrocchiali classici, che portano avanti la pastorale della gioventù, che portano avanti lotte sociali, per i diritti umani, con grande entusiasmo. Si tratta di un grande impegno, dal momento che durante il giorno questi giovani lavorano e la notte studiano. Per cui, il tempo per riuscire a dedicarsi anche alla fede e alla Chiesa è davvero minimo, ma riescono a trovarlo e lo fanno con entusiasmo. In questi ultimi 10 mesi, una volta al mese, nella Chiesa di Sant’Anna c’era l’Adorazione notturna, c’erano cinquemila giovani. Credo che la presenza di Papa Francesco dia una scossa di novità. L’allegria di Papa Francesco riesce a scuotere i cuori e questo è importante perché il sentimento, l’emozione è molto forte tra i brasiliani, tra i latinoamericani. Un messaggio che giunge al cuore, in poche parole, segnerà per la vita questi giovani: avranno un segno di amore molto grande. La mia preoccupazione non è tanto per i giorni della Giornata mondiale, è il dopo: noi preti e parrocchie saremo pronti per accogliere il ritorno di questi giovani? Questa è la sfida per me più grande che abbiamo davanti, perché davvero ci sarà un ritorno alla Chiesa cattolica e noi dovremmo stare pronti, attenti e sensibili anche a questi giovani che ritornano con tante esigenze, con tanta fede, con tanto coraggio.







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