Gmg. Padre Cesare, missionario in Brasile: in tanti giovani c'è un ritorno alla fede
Il fermento che si respira nella città di Rio de Janeiro è testimoniato anche da padre
Cesare Cìceri, un religioso scalabriniano, originario di Milano, che da 13 anni
è missionario in Brasile e attualmente è parroco a Botafogo, a pochi chilometri dai
luoghi della Gmg. Antonella Palermo lo ha intervistato:
R. – Ci stiamo
preparando con molto entusiasmo, con molta allegria. Tutta la gente, i parrocchiani
collaborano con molta felicità, sono ben disposti. Io avrò un gruppo di 15-20 signore
che verranno alle 5.30-6.00 del mattino per preparare il caffè, pulire i bagni per
i 100 giovani che ospitiamo, e poi alla sera alle sette prepareranno per loro la cena.
E loro stesse si occupano della spesa per il cibo.
D. - Quindi, una grande
disponibilità…
R. – Sì. I latinoamericani hanno poco ma il poco che hanno lo
dividono con grande serenità e con grande gioia, per cui è davvero bello poter stare
in mezzo a loro e sentire questo entusiasmo e vivere la fede, rinnovarla in questo
Anno della fede.
D. – La città si è trasformata in queste ultime settimane?
R.
– Sì, in queste ultime settimane tutti i ponti del metrò, la stazione dei pullman,
l’aeroporto sono pieni di volontari che accolgono e indirizzano. Il Sambodromo, dove
c’è il carnevale, è pieno di giovani, di volontari e pellegrini che stanno ritirando
il kit pronto, i cibi e tutti i bonus per poter viaggiare. Ci sono già tutti i palchi
pronti, tutti i grandi teloni pronti, hanno già fatto le prove, sta funzionando tutto
bene. Già c’è gente che passa una notte a Copacabana: qualcuno che è già lì prende
il sole durante il giorno, aspettando l’apertura e anche la giornata di venerdì.
D.
– Come vivono i giovani la fede in Brasile?
R. – Abbiamo un po’ di crisi come
in tutto il mondo. Qualche giovane si sta allontanando dalla fede e altri che la vivono
con intensità. Quelli che la vivono, la vivono in maniera molto forte e molto radicale.
Abbiamo anche molte nuove comunità evangeliche e poi abbiamo anche i gruppi parrocchiali
classici, che portano avanti la pastorale della gioventù, che portano avanti lotte
sociali, per i diritti umani, con grande entusiasmo. Si tratta di un grande impegno,
dal momento che durante il giorno questi giovani lavorano e la notte studiano. Per
cui, il tempo per riuscire a dedicarsi anche alla fede e alla Chiesa è davvero minimo,
ma riescono a trovarlo e lo fanno con entusiasmo. In questi ultimi 10 mesi, una volta
al mese, nella Chiesa di Sant’Anna c’era l’Adorazione notturna, c’erano cinquemila
giovani. Credo che la presenza di Papa Francesco dia una scossa di novità. L’allegria
di Papa Francesco riesce a scuotere i cuori e questo è importante perché il sentimento,
l’emozione è molto forte tra i brasiliani, tra i latinoamericani. Un messaggio che
giunge al cuore, in poche parole, segnerà per la vita questi giovani: avranno un segno
di amore molto grande. La mia preoccupazione non è tanto per i giorni della Giornata
mondiale, è il dopo: noi preti e parrocchie saremo pronti per accogliere il ritorno
di questi giovani? Questa è la sfida per me più grande che abbiamo davanti, perché
davvero ci sarà un ritorno alla Chiesa cattolica e noi dovremmo stare pronti, attenti
e sensibili anche a questi giovani che ritornano con tante esigenze, con tanta fede,
con tanto coraggio.