Ancora violenze contro le minoranze religiose in India
Resta tesa la situazione per le minoranze religiose in alcuni Stati indiani. L’agenzia
Fides dà notizia di un’aggressione avvenuta giorni fa nel distretto di Shimoga, Stato
del Karnataka, ai danni di un pastore protestante che stava guidando un incontro di
preghiera a casa sua. La denuncia viene dall’All India Christian Council, che riferisce
l’episodio avvenuto al pastore Venkatesh Naik, selvaggiamente picchiato da estremisti
indù, che avevano fatto irruzione a casa sua e avevano intimato ai partecipanti alla
preghiera comunitaria di andarsene. Il fatto è stato denunciato alla polizia e l’organizzazione
ha chiesto al governo di non lasciare impuniti tali atti di violenza: secondo un rapporto
del Catholic Secular Forum, infatti, il Karnataka è tra gli Stati dove si registra
il maggior numero di violenze anticristiane, con una media di 3-5 attacchi al giorno,
nonostante la libertà religiosa sia tutelata dalla Costituzione in tutta l’India.
Le elezioni del maggio scorso, tuttavia, hanno portato al potere nello Stato il Partito
del congresso, che fa sperare ai cristiani in un futuro diverso, fatto di rispetto
dei diritti umani e giustizia. Un paio di giorni fa, inoltre, violenze si sono verificate
nelle principali città di Jammu e del Kashmir, precisamente nel distretto di Ramban,
dove è stata bruciata una copia del Corano e un imam è stato pestato a sangue. Dall’episodio
– riportato da AsiaNews – sono scaturiti scontri in cui hanno perso la vita quattro
persone e circa 42 sono rimaste ferite, e nell’area è stato instaurato il coprifuoco.
Nel Tamil Nadu, infine, un pastore pentecostale è stato arrestato due giorni fa con
l'accusa di aver convertito con la forza una donna di 30 anni a Gundure. Nello Stato,
nel 2002 era stata introdotta una legge anticonversione, poi abolita nel 2004. (R.B.)