Sono circa 60 mila i volontari della Giornata mondiale della gioventù che stanno dando
il loro aiuto per l’organizzazione di questo grande evento. Molti anche i ragazzi
italiani che hanno scelto di venire a Rio de Janeiro per svolgere questo servizio
totalmente gratuito. Marina Tomarro ha raccolto le voci di alcuni di loro:
D. - Cosa vuol
dire essere un volontario della Gmg?
R. – Significa mettersi a disposizione
degli altri giovani per poterli aiutare a vivere in modo attivo un’esperienza di fede
diversa dal solito.
R. - Questo è il primo anno come volontaria qui a Casa
Italia. Sicuramente è un’esperienza diversa nella quale si mette disposizione il tempo
e anche la fatica ... Un’esperienza di gioia nel dare, non solo nel ricevere.
D.
- Qual è stato il momento in cui hai deciso che volevi vivere questa Gmg non solo
da pellegrina ma anche da volontaria, quindi dare una mano agli altri?
R. -
Diciamo che sicuramente quello che dice Gesù, “Siate servi, siate ultimi degli ultimi”,
mi ha spinto a dire sì a qualcosa di diverso, non solo a ricevere come ho fatto in
queste ultime Gmg, ma a anche a dare per vedere il sorriso di tutti gli italiani che
arrivano con una richiesta, con un problema, con una necessità, avere la voglia e
il desiderio di aiutarli e di essere in prima fila per poter gioire con loro nel condividere
queste giornate a Rio.
D. - Cosa ti ha spinto a prender la decisione di essere
non solo pellegrino ma anche volontario?
R. - L’esperienza che ho vissuto a
Madrid. Un’esperienza che è stata positiva da un punto di vista lavorativo - perché
comunque fare il volontario significa mettere in pratica anche le proprie capacità
-; è anche un’esperienza di vita, di fede vissuta, perché insieme ad altri giovani,
si aiutano i giovani a vivere questa esperienza di fede.
D. - Che rapporto
si instaura tra voi volontari?
R. - Certamente tutti i volontari vivono questo
spirito fraterno. Il volontario è un cattolico che vive la sua vita seguendo determinati
ideali. Mettendo tutte queste persone insieme è logico che possa nascere una grande
amicizia e una grande fraternità. Ci si aiuta nel momento del bisogno, venendo incontro
anche a chi ha dei problemi personali, che si condividono e ci si aiuta a vicenda.
D.
- Tu hai già vissuto altre Gmg come volontario. Quali sono i sentimenti che rimangono
alla fine di un’esperienza così particolare e ricca?
R. - Dico sempre che non
si può descrivere più di tanto una Gmg, ma si può solamente viverla. Infatti, inviterei
tutti i giovani - che magari per il futuro hanno intenzione di vivere una Gmg - ad
iscriversi, perché sono cose che possono solo essere vissute e difficilmente descritte.