2013-07-19 14:40:36

Detroit dichiara bancarotta. Friedman: unico futuro, la cancellazione dei debiti


Negli Stati Uniti è ancora forte il clamore per la bancarotta della municipalità di Detroit. Il più grande fallimento di una municipalità di tutta la storia americana. La città, una volta florido motore dell'industria automobilistica americana, ha un debito di oltre 18 miliardi di dollari. A pesare anche l’abbandono dei suoi cittadini. Marco Guerra ha raccolto il parere del economista statunitense Alan Friedman:RealAudioMP3

R. - Detroit è una città in declino. Trent’anni fa aveva un milione e mezzo di abitanti, oggi ne ha la metà, 700 mila; è una città in cui la crisi dell’industria automobilistica, la disoccupazione, la mancanza di consumi e la violenza della criminalità per le strade di Detroit è tale che la città ora si ritrova in bancarotta.

D. - La bancarotta, come abbiamo detto, è dovuta anche allo spopolamento, causato dalla crisi dell’auto. Il destino della città è quindi legato a “doppio filo” con questo settore…

R. – Lo è stato storicamente ed è tuttora legato al settore automobilistico. Le due cose che si sanno di Detroit per un americano sono: numero uno, violenza e criminalità. La polizia di Detroit risponde ad un’emergenza generalmente dopo 58 minuti, mentre la media nazionale in America è di 11 minuti. Numero due: il declino inarrestabile di Detroit come centro per la produzione di auto. Quindi Detroit non ha chance. Ha 20 miliardi di dollari di debiti ed un futuro non buono.

D. - C’è rischio di pericolose ripercussioni sui creditori e sul sistema economico americano, o la bancarotta di Detroit è sotto controllo?

R. - Venti miliardi di dollari per gli Stati Uniti d’America non sono una cifra importante. La crisi per bancarotta di Detroit avrà ripercussioni soprattutto sui 700 mila “poveracci” che vivono lì. I cittadini avranno sempre meno pulizia, meno acqua, meno servizi dal municipio ed i creditori possono recuperare 20-30 centesimi per dollaro. È un disastro per Detroit e non vedo nessuna uscita facile. Credo che questo sia un esempio di un’America che ha molta energia a livello nazionale, ma grandi sacche di povertà e disoccupazione a livello regionale.

D. - Cosa dobbiamo attenderci adesso? La vicenda di Detroit avrà ripercussioni politiche… Come interverrà lo Stato federale?

R. - Lo Stato federale non potrà fare molto per Detroit. Non c’è neanche volontà politica. Detroit soffrirà, il popolo soffrirà. Hanno nominato Kevyn
Orr come esperto di bancarotta che sta trattando con i creditori. In teoria, sperano di passare due o tre anni di bancarotta e poi uscire da questa situazione, perché ricordiamo che in America non è come in Italia dove sei fallito: in America puoi essere sottoposto al famoso “Chapter 9” - Capitolo 9 - della legge sulla bancarotta americana e poi uscirne anche dopo alcuni anni attraverso un accordo con i creditori: cercando di cancellare, non pagando - protetto dalla legge sulla bancarotta - la maggior parte dei 20 miliardi di dollari che Detroit ha in debiti. Il loro unico futuro è la cancellazione dei debiti.







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