Centrafrica: appello del Secam per la pace nel Paese
Un appello a chiare lettere affinché si giunga ad una soluzione del conflitto nella
Repubblica Centrafricana e la popolazione possa vivere in pace: a lanciarlo, in questi
giorni, è il Secam, il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar,
che ha appena concluso la sua 16.ma Plenaria. In una dichiarazione a firma di mons.
Gabriel Mbilingi, presidente del Secam, la Chiesa africana deplora “le indicibili
sofferenze inflitte alla popolazione della Repubblica Centrafricana”, devastata dalle
violenze dei ribelli della Seleka, (“Alleanza” in lingua sango), perpetrate dopo il
colpo di stato del 24 marzo, che ha portato al potere l’ex capo della ribellione,
Michel Djotodia. Di fronte a tale situazione, il Secam si dice “scioccato” non solo
per “la violazione dei diritti della popolazione”, ma anche per “l’indifferenza della
comunità internazionale”. Al contempo, il Simposio episcopale esprime apprezzamento
per la Chiesa locale che “ha denunciato gli abusi” subiti dalla popolazione del Paese
ed incoraggia la “cooperazione con le altre denominazioni religiose per offrire speranza
a questo Paese martoriato e per lavorare al fine di contenere questa crisi ed evitare
che diventi conflitto apparentemente religioso”. Assicurando, quindi, “preghiere,
solidarietà e compassione” per il Paese, il Secam si appella alle istituzioni nazionali,
all’Unione Africana, all’Ue e all’Onu affinché contribuiscano “a porre fine a tutte
le interferenze straniere nel Paese ed a garantire l’assistenza umanitaria alla popolazione”.
Inoltre, i vescovi di Africa e Madagascar autorizzano le Caritas delle rispettive
nazioni a “mobilitarsi così da offrire il loro contributo, anche piccolo”, mentre
chiedono alle autorità centrafricane di “assumersi le proprie responsabilità per garantire
la sicurezza e la protezione dell’intera popolazione e facilitare la consegna degli
aiuti umanitari”. Infine, i presuli affidano la Repubblica Centrafricana all’intercessione
di Maria, Regina della Pace, affinché questa “amata nazione ritrovi la pace e l’armonia”.
(A cura di Isabella Piro)