Siria: 29 morti in due giorni, grave emergenza umanitaria. Mons. Audo: siamo tutti
poveri
In Siria ieri sono state almeno 29 le persone morte negli scontri scoppiati nella
regione petrolifera di Hassakeh. A fronteggiarsi i miliziani curdi e i jihadisti del
Fronte al-Nusra, l'organizzazione legata ad al-Qaeda che combatte tra le fila dei
ribelli siriani. Sulla situazione umanitaria nel Paese, Salvatore Sabatino
ha intervistato mons. Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di
Caritas Siria:
R. – In tutta
la Siria vedo innanzitutto un problema di sicurezza. Ogni momento, nelle città, c’è
il rischio di violenza, di bombe. E’ una cosa molto chiara. Il secondo problema è
di carattere economico. Tutto è diventato caro e la gente non trova lavoro. Possiamo
dire che tutti i siriani sono diventati poveri.
D. – Da circa un mese lei è
a Damasco e non riesce a raggiungere Aleppo. Che notizie ci può dare di quella che
era la città più fiorente della Siria, almeno fino all’inizio della guerra?
R.
– Ad Aleppo, soprattutto da due settimane, non c’è abbastanza cibo per la popolazione.
Non c’è pane, frutta, carne. Tutti parlano di questa difficoltà per il cibo. C'è poi
il problema, come dappertutto, della sicurezza. Ogni giorno, nel pomeriggio, ci sono
bombe che arrivano da fuori della città e cadono nel quartiere che io conosco dei
cristiani. Ci sono tanti feriti, tanti morti.
D. – Lei in questo momento è
a Damasco, anche la capitale vive un momento drammatico…
R. – La situazione
a Damasco è migliore che ad Aleppo. Ma ovunque tutto è caro, a cominciare dal cibo.
D.
- Da Damasco, mons. Audo, lei sta coordinando i progetti della Caritas, su cosa state
lavorando in questo momento?
R. – Sì. Abbiamo fissato per Caritas Siria cinque
priorità. La prima è il cibo, perché tutte le famiglie vogliono prima di tutto mangiare
e avere qualcosa. La seconda riguarda la salute: le cure, le medicine. La terza, molto
importante, è aiutare la gente a pagare l’affitto. C’è una grande domanda, in tanti
sono senza casa. La quarta riguarda l’aiuto che possiamo dare agli anziani e il nostro
programma è di andare a visitarli nelle loro case, vedere la loro situazione e offrire
un sostegno mensile. La quinta priorità riguarda la scolarità.
D. – Tra la
gente c’è solo disperazione o resta, comunque, una speranza che tutto questo prima
o poi finirà?
R . – Tutti sperano in un cambiamento e hanno fiducia che un
giorno la Siria ritornerà come prima. Ma c’è anche gente pessimista perché da due
anni e mezzo vede che si va di male in male e non c’è nessun miglioramento.
D.
– Vuole lanciare un appello per quanto riguarda gli aiuti? Cosa serve alla popolazione?
R.
– Le grandi priorità sono cibo, medicine e l’affitto. Queste sono le tre priorità
urgenti per la gente.