La scure dei tagli sui dipendenti pubblici greci. Schaeuble: per ora no a nuovi aiuti
Via libera dal parlamento greco al piano che prevede un drastico taglio del personale
nel pubblico impiego, propedeutico allo sblocco dei 7 miliardi di euro di aiuti internazionali.
Il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha detto che nuovi aiuti ci potranno essere
solo col bilancio statale in pareggio. Alessandro Guarasci
Una
vera cura da cavallo. Il piano votato con una risicata maggioranza dal Parlamento,
prevede, entro la fine dell'anno, il licenziamento di 4.000 dipendenti pubblici e
il trasferimento di altri 25.000. Questi 25 mila riceveranno il 75% del salario ancora
per otto mesi, dopo di che verranno licenziati se nel frattempo non sarà stata trovata
loro un’altra collocazione. Il piano di licenziamenti era stato richiesto dai creditori
internazionali, dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario internazionale come condizione
per il versamento di un prestito da sette miliardi di euro. Sette miliardi che dovranno
bastare ad Atene, perché per il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble, in visita
nella capitale greca, non sarà possibile una seconda ristrutturazione del debito.
Dunque nuovi aiuti solo alla fine del 2014 e con il pareggio di bilancio. Per tutta
la giornata sono state vietate manifestazioni ad Atene
Sentiamo il commento
dell'economista Alberto Quadrio Curzio raccolto da Marco Guerra: R. - La Grecia avrà,
anche quest’anno, un calo del Pil di 5 punti percentuali. La cura imposta a quel Paese
le farà fare tre passi indietro e uno avanti: il saldo rimane un saldo drammatico
e dimostra che una semplice e dura cura come quella non porta ai risultati sperati.
La Grecia doveva ristrutturare la propria economia, ma la ristrutturazione andava
fatta con molta maggiore razionalità di quanto è stato fatto.
D. - Lo spread
dei titoli greci, però, è calato notevolmente e la Borsa di Atene ha mostrato segnali
di ripresa…
R. - Il debito greco sul Pil non sta scendendo, dopo tutto quanto
è stato fatto nella misura preventivata. La riduzione degli spread non è un indicatore
sufficiente per dire che la Grecia stia migliorando o addirittura per dire che la
Grecia stia uscendo dalla crisi.
D. - Siamo in vista di una svolta o queste
politiche di austerità continueranno?
R. - Una politica del rigore non bilanciata
da una politica di investimenti in infrastrutture per la crescita, può determinare
una lunghissima recessione. La storia economica insegna chiaramente che il rigore
da solo non risana le economie. Questa forma di intervento deve essere bilanciata
da politiche per investimenti infrastrutturali sani, reddituali e che diano occupazione.