Immigrazione, solidarietà e interesse possono andare d'accordo
"Le politiche dovrebbero
essere lungimiranti. Secondo le proiezioni demografiche, a metà secolo gli immigrati
in Italia saranno 12 milioni, mentre adesso sono circa 5 milioni. Questo anche perché
noi italiani siamo una popolazione tendezialmente vecchia. Se, come ci hanno detto,
nei prossimi anni il Pil ricomincerà a crescere, avremmo bisogno della forza lavoro
degli stranieri, come ne abbiamo avuto bisogno in passato".Franco Pittau,
corrdinatore della redazione 'Idos', Dossier statistico immigrazione, commenta
così i nuovi dati sull'integrazione e l'occupazione degli immigrati, presentati in
settimana al Cnel di Roma. Il IX rapporto Cnel sugli 'indici di integrazione' afferma
che la crisi economico-occupazionale ha peggiorato le condizioni d'inserimento sociale
e lavorativo degli immigrati. Mentre il III rapporto annuale sugli 'immigrati nel
mercato del lavoro' (Ministero del lavoro) rivela che accanto alla crescita dei disoccupati
stranieri - ormai quasi 385 mila - si registra anche l'aumento dei lavoratori stranieri,
2 milioni e 334 mila nel 2012 con un auento di 82mila persone rispetto all'anno precedente.
"In realtà noi italiani - commenta Pittau - dovremmo cambiare la prospettiva e
considerare come la solidarietà verso gli immigrati si sposi benissimo con il nostro
interesse. I lavoratori stranieri, infatti, ci hanno aiutato ad affrontare la crisi.
Inoltre, la loro presenza in Italia - quando sono accolti bene - costituisce un ponte
preziosissimo per il nostro export verso i, cosiddetti, paesi emergenti". (A cura
di Fabio Colagrande)