Convegno a Roma sulla tratta: 10 milioni nel mondo le vittime, ma è solo la punta
dell'iceberg
Nel mondo le vittime di tratta e traffico di esseri umani sono oltre 10 milioni, tra
uomini, donne e bambini: ‘una vergogna del nostro tempo’. La presidente della Camera,
Laura Boldrini, in un convegno giovedì a Roma, ha puntato il dito su uno dei fenomeni
più gravi del nostro tempo, definito “una nuova schiavitù” e che interessa anche l’Italia,
con circa 20mila vittime. Oltre il 70% delle persone coinvolte sono donne, spesso
giovanissime – ha spiegato la Boldrini – “vengono dai confini orientali dell'Europa,
dall’Africa e dal Sudamerica, a cui viene promessa una nuova vita in Europa” dove
poi invece vengono “minacciate, segregate, costrette a vendere i propri corpi per
poter ripagare i debiti pretesi dai trafficanti”. E’ inoltre in aumento, ha aggiunto
la rappresentante speciale dell’Osce (Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza
in Europa) Maria Grazia Giammarinaro, lo sfruttamento per fini “lavorativi e di accattonaggio
in settori vitali per l’economia dell'Italia, come l’edilizia, il turismo o l’agricoltura”.
Da sempre impegnata a combattere il traffico di minori è l’Ong Terre Des Hommes. Francesca
Sabatinelli ne ha intervistato il presidente Raffaele K. Salinari, che
spiega perché le cifre denunciate in realtà non siano altro che la punta di un iceberg:
R. – Sono dati
parziali, prima di tutto perché non esiste un coordinamento tra le forze di polizia
a livello internazionale, non esiste uno scambio dati e quindi una banca dati attendibile.
Secondo: questo è un fenomeno organizzato, ovviamente, dalle grosse criminalità organizzate
che hanno tutto l’interesse a non far risaltare questo fenomeno; e terzo, perché c’è
ancora una grande confusione riguardo alle definizioni di “tratta” e “traffico”: il
traffico riguarda tutte le persone di minore età. Anche se un ragazzino ‘mi chiede’
di essere portato da una parte all’altra, in realtà questo minore è trafficato. Sono
due termini che non sono sovrapponibili e che quindi creano una sovrapposizione di
numeri che non rende ragione all’ampiezza del fenomeno.
D. – Traffico e tratta
possono rispondere a bieche ragioni, che vanno dallo sfruttamento sessuale, al lavoro
forzato, all’espianto degli organi, all’accattonaggio: è questo, quindi, il panorama?
R.
– Il panorama è quello di un’economia criminale la cui zona grigia rispetto all’economia
legale è sempre più ampia. Tutto ciò che ha plusvalenza in questo sistema, viene in
qualche maniera favorito. Le cose che hanno maggiore plusvalenza, da sempre sono:
lo sfruttamento della prostituzione, le droghe e le armi. Dietro allo sfruttamento
della prostituzione, ovviamente troviamo il traffico di esseri umani, in particolare
dei minori; quando parliamo delle armi parliamo anche dei bambini-soldato, e quindi
parliamo ancora una volta di traffico di bambini allo scopo, appunto, di farli diventare
bambini-soldato; e quando parliamo di droga, parliamo anche lì dello sfruttamento
minorile per quanto riguarda i piccoli corrieri della droga che sono quelli più usati
dalla criminalità organizzata.
D. – Dal punto di vista della protezione delle
vittime, l’Italia a che punto è con la legislazione?
R. – Bè, noi siamo in
un vuoto di civiltà giuridica notevole, devo dire. Abbiamo ratificato la Convenzione
di Palermo anche contro il crimine transnazionale organizzato non molti anni fa, in
cui c’era anche il discorso della tratta e del traffico. Però, per esempio, tutto
l’articolo 18 di quella Convenzione che ha a che fare con il fondo di protezione,
che avrebbe dovuto essere alimentato – per esempio – con i beni sottratti alla mafia,
ha zero – zero! – euro. Quindi siamo messi veramente molto male, rispetto all’implementazione
di questa Convenzione. Ora, poi, mi porto sulla stretta attualità italiana di questi
giorni: non dimentichiamo che una delle due donne kazakhe che sono state rimpatriate
è una donna di sei anni, quindi una bambina. Quindi, in ogni caso questa bambina
sarebbe dovuta rimanere sul nostro territorio nazionale ed essere – appunto – protetta.
Quindi, l’Italia ha violato, non più di qualche giorno, fa per l’ennesima volta, la
Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia.
D. – C’è da dire anche che l’Italia
è indietro per quanto riguarda la ratifica della direttiva Ue in materia …
R.
– Certamente! L’Italia è ancora lì che discute di tutto questo. Tra l’altro, si tratta
di una direttiva relativamente recente, che ha visto organizzazioni come la nostra
partecipare attivamente, quindi, ovviamente, ci si aspettava la partecipazione di
una nazione importante come l’Italia che fa la differenza non solo perché è una nazione
del G8, ma perché è il famoso ponte del Mediterraneo: l’Italia ha una posizione geopolitica
che la pone come punta avanzata del contrasto e della prevenzione di questo fenomeno.
Se manca l’Italia, manca un grosso pezzo di Europa al contrasto e alla prevenzione
del traffico e della tratta di esseri umani!