Sinai egiziano: dopo la deposizione di Morsi si moltiplicano gli attacchi anticristiani
Dopo la destituzione del presidente Morsi, peggiorano le condizioni di vita dei cristiani
nel Sinai egiziano, dove sono attivi diversi gruppi di estremisti islamici – legati
ai militanti di Hamas della vicina Gaza – che considerano i cristiani complici della
caduta del presidente. Ben 100 famiglie sono già fuggite da el-Arish, mentre Rafah
e Sheikh Zowayd sono già completamente svuotate di cristiani. AsiaNews riferisce anche
dell’intensificarsi di minacce e atti di violenza anticristiana nell’area: il 6 luglio
scorso è stato ucciso un sacerdote, padre Mina Abboud Haroan, mentre l’11 un commerciante
copto è stato trovato decapitato. Anche il patriarca copto Tawadros è considerato
dagli estremisti connivente con l’esercito per il rovesciamento di Morsi, tanto che
tre giorni fa, in un’imponente manifestazione a Heliopolis, duemila giovani della
Fratellanza musulmana hanno scritto “Abbasso Tawadros” sulle mura di una chiesa. Nei
giorni scorsi, inoltre, il villaggio cristiano di Dabaaya è stato attaccato da uomini
armati che hanno incendiato 23 case e ucciso 4 persone, mentre a Porto Said la chiesa
di Mar Mina è stata crivellata di colpi. A Minya, infine, un gruppo di islamisti ha
segnato con alcune croci abitazioni e negozi copti e si teme sia il preludio a un
nuovo attacco di stampo terrorista. (R.B.)