Nato a Modena l'Emporio Portobello, supermarket della solidarietà
Complice la recessione e l’aumento di persone sempre più vicine alla soglia di povertà,
è nato il supermarket della solidarietà: si chiama “Emporio Portobello” e ha aperto
le porte il 28 giugno a Modena, grazie al Centro servizi per il volontariato. Niente
prezzi: si acquista in punti. Ci spiega meglio di che cosa si tratta Luigi Zironi,
il responsabile del progetto, al microfono di Maria Cristina Montagnaro:
R. – Si costruisce
grazie al sostegno di tante associazioni di volontariato della provincia. Sono state
25 quelle che si sono unite e con il sostegno del centro servizi per il volontariato
hanno costruito il market e le sue regole. Ci sono state aziende nel territorio che
ci hanno dato prodotti per partire e anche tanti cittadini che si sono messi insieme
e in occasione della raccolta alimentare hanno donato. E’ un supermercato che non
ha costi di affitto perché la struttura è in comodato d’uso con il comune ed è gestito
da persone volontarie e quindi non ci sono costi di personale. Le persone che invece
hanno necessità economica perché hanno perso il lavoro, perché sono in cassa integrazione,
una volta che hanno chiesto ai servizi sociali di poterlo fare e ne hanno i requisiti,
possono venire a fare la spesa a Portobello. Fanno la spesa e non pagano. Noi diamo
loro potere d’acquisto attraverso un bonus di punti che è la moneta che spendono al
supermercato.
D. – Questa tessera è ricaricabile?
R. – Invece che usare
una tessera nuova usiamo il codice fiscale. La tessera sanitaria e il codice fiscale
hanno un codice a barre personale, sono il “bancomat” che dà loro la possibilità di
pagare.
D. - A chi vi rivolgete?
R. – Le persone che possono essere
in difficoltà economica perché sono disoccupate o in mobilità, o in cassa integrazione,
o all’interno di contratti di solidarietà, o che sono stati licenziati perché l’azienda
ha chiuso, o autonomi che hanno avuto un calo di attività di almeno il 30 per cento.
Queste persone vanno ai servizi sociali, chiedono di poter entrare a Portobello e
insieme agli operatori dei servizi compilano la domanda di partecipazione.
D.
- Qual è la novità rispetto ad altre esperienze che ci sono già a Milano e a Parma?
R.
– Le organizzazioni di volontariato gestiscono il servizio ma l’assegnazione del servizio
alle persone viene demandata ai servizi sociali. Un’altra distinzione è il fatto che
noi invitiamo le persone, se lo possono fare e nella misura in cui riescono, a fare
a loro volta volontariato.
D. - In che modo?
R. – Presso Portobello
organizziamo anche un servizio di orientamento al volontariato. La persona che fa
la spesa poi è invitata a fare un colloquio di orientamento che serve per individuare
qual è l’associazione del territorio, tra quelle aderenti a Portobello e anche le
altre, presso la quale quella persona potrebbe, se lo volesse, svolgere attività di
volontariato nel campo che preferisce, nel tempo che preferisce, tra le attività che
si possono fare, anche dare una mano nel market. Invito chi è interessato a consultare
il sito che è www.portobellomodena.it