Gmg di Rio: le Chiese del Triveneto per i giovani che non potranno andare in Brasile
Fervono i preparativi in Veneto dove, per tutti i giovani che non riusciranno ad andare
alla Gmg di Rio de Janeiro, la Pastorale giovanile regionale ha organizzato un grande
evento a Chioggia. Qui, nella notte tra il 27 ed il 28 luglio, oltre tremila ragazzi
delle 7 diocesi del Triveneto vivranno, in collegamento diretto, le celebrazioni presiedute
dal Papa in Brasile. Isabella Piro ne ha parlato con don Damiano Vianello,
organizzatore dell’evento per la Pastorale giovanile di Chioggia:
R. – Saranno
ventisei ore, tutte d’un fiato! A Chioggia, si terranno delle catechesi nelle sette
Chiese storiche del centro della città e dopo si terrà la celebrazione eucaristica.
Quindi, ci si sposterà a piedi a Sottomarina di Chioggia e lì ci sarà la testimonianza
di due giovani, e poi avremo la diretta con la Veglia dei giovani a Rio de Janeiro,
intorno a mezzanotte e mezzo, secondo il fuso orario. Poi, per tutta la notte ci sarà
l’Adorazione eucaristica, con la possibilità di confessarsi, mentre al mattino presto
della domenica arriverà il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, e celebreremo
insieme l’Eucaristia. E con la Messa, concludiamo la nostra Gmg del Triveneto.
D.
Il titolo di questa Gmg del Triveneto è “Io, te e Rio”: un tema che richiama la condivisione...
R. Sì, l’iniziativa è nata proprio con il desiderio di condividere le ricchezze
che ci sono nelle nostre comunità, quindi abbiamo detto: mettiamoci insieme e realizziamo
un evento bello, che ci possa anche essere d’aiuto per poter incontrare il Signore,
ma che allo stesso tempo permetta anche a noi di crescere un po’ di più nell’unità,
come Chiese, come persone, come cristiani.
D. Don Damiano, immagino che Lei
abbia partecipato a diverse Gmg. Qual è il frutto più importante, che le è rimasto
nel cuore?
R. Il frutto di questi eventi è stato il desiderio di unità: si
era in tanti, provenienti da mondi diversi, con lingue diverse, con tradizioni profondamente
diverse. Eppure, ci si sentiva tutti uniti al Signore Gesù e tutti uniti al suo rappresentante,
al Papa. Questo desiderio di unità, che è anche il desiderio di far sintesi poi della
propria esperienza di fede, delle proprie scelte che si sono fatte, del proprio cammino
vocazionale, credo che sia il frutto più ricco che mi sono portato a casa, dalle Gmg
che ho vissuto.
D. Un Papa latinoamericano, una Gmg in America Latina: secondo
Lei, questa coincidenza quali frutti porterà alla Chiesa?
R. Porterà, credo,
una ventata di nuova evangelizzazione, per lo meno per quanto riguarda la nostra Europa,
perché nei linguaggi, nei metodi e già nell’approccio disarmante del “Buonasera!”
di quando Papa Bergoglio è stato eletto, c’è tutta una profonda spiritualità che sarà
in grado di risvegliare i cuori di tanti. Credo che accadrà lo stesso anche per l’America
Latina, con tutte le sue vicende travagliate. Penso che un Papa latinoamericano, in
quella terra, sarà sicuramente di testimonianza e di aiuto per quel popolo, per potersi
rialzare e recuperare in dignità e in unità.
D. E questo è quello che cercano
anche i giovani, oggi?
R. Io credo proprio di sì: penso che oggi un giovane
abbia nel cuore il grande desiderio di Dio e, nella ricerca di questo desiderio, ha
il desiderio di chiedersi qual è il suo posto, qual è il senso della sua vita. E non
può far altro che desiderare di condividerlo con qualcun altro. Quindi, questo non
significa nient’altro che fare sintesi, cercare l’unità, raccogliersi intorno al Signore
Gesù e camminare con Lui.