Conversioni e istruzione, le nuove sfide della comunità cristiana in Malaysia
Nuove sfide da affrontare per la comunità cristiana della Malaysia, Paese a maggioranza
islamica, in cui vivono 2,8 milioni di cristiani su una popolazione di 27 milioni
di persone. Un primo nodo cruciale riguarda le conversioni al cristianesimo, specie
nei bambini: la legge locale prevede che questa possa essere approvata previa autorizzazione
da parte di entrambi i genitori, anche se in seguito, al caso concreto di un minore
diventato cristiano, nel giugno scorso fu proposto un emendamento per limitare la
concessione del permesso a un solo genitore. È prassi, invece, che all’interno di
matrimoni misti i bambini si convertano all’islam senza alcuna autorizzazione. Il
teologo e docente universitario Tan Hong Beng, segretario della Christian Federation
of Malaysia, indica alla Fides altre due questioni ancora aperte: l’istruzione religiosa
e l’utilizzo del termine “Allah”. Quanto all’istruzione, per ordine del Ministero,
dal primo settembre 2013 gli studi islamici saranno introdotti come materia obbligatoria
anche negli istituti privati d’istruzione superiore, nonostante l’opposizione della
Malaysian Chinese Association. La seconda questione riguarda la controversia sull’uso
del termine “Allah” per indicare Dio, che parte della comunità islamica vorrebbe impedire
ai cristiani: in merito, nel 2009 un tribunale diede ragione alla Chiesa cattolica,
ma i musulmani presentarono un ricorso all’Alta Corte che è ancora in attesa di mediazione.
(R.B.)