Indonesia: sedata la rivolta nel carcere di Medan, si cercano 100 detenuti
In Indonesia, cresce la tensione per le intimidazioni degli estremisti religiosi
impegnati a verificare il rispetto dei precetti del Ramadan. Mentre è stata sedata
la rivolta nel carcere della città di Medan. Rimangono diversi fuggiaschi molti dei
quali erano detenuti per terrorismo. Stefano Vecchia:
Decine di prigionieri
sono ancora in fuga. Di quasi 200 detenuti che erano riusciti a lasciare il perimetro
carcerario, restano alla macchia almeno un centinaio. Le vittime sono cinque: tre
prigionieri e due guardie, deceduti nel rogo appiccato dai detenuti e che si è propagato
rapidamente alle strutture carcerarie. Ad accendere la rivolta, l'ennesimo blocco
dell'energia elettrica, che ha provocato anche la sospensione della distribuzione
dell'acqua in una struttura detentiva nata per ospitare 1050 prigionieri e che ne
ha ora 2600. Un sovraffollamento comune nelle carceri indonesiane ma comunque insostenibile.
Tra i fuggiaschi, sono almeno sei gli esponenti di movimenti terroristici di matrice
islamica, alcuni giudicati per la partecipazione a campi di addestramento paramilitare
nella provincia di Aceh, limitrofa a quella di Sumatra settentrionale di cui Medan
è capoluogo. Da alcuni anni il governo indonesiano opera un politica repressiva contro
i movimenti islamisti che, diffondono intolleranza o sostengono la lotta armata.
Spesso in collegamento con reti terroristiche internazionali, ma che hanno anche il
sostegno di gruppi radicali nel Paese. Tra questi, il Fronte dei difensori dell'Islam,
movimento che gode di simpatie tra le forze di sicurezza e ampiamente tollerato dalle
autorità nonostante si distingua per intolleranza e aggressività. Anche in questo
inizio di Ramadan, i suoi leader hanno promesso di non dare tregua a coloro che non
si atterrano strettamente ai dettami coranici nel mese dedicato al digiuno, all'astensione
e alla preghiera. Si temono invasioni di negozi, bar e club privati, come già negli
ultimi anni.