2013-07-13 08:07:10

In Siria duro scontro nel fronte dei ribelli. Al Qaeda uccide un comandante dell'opposizione


In Siria si acuisce la spaccatura interna al fronte dei ribelli. Ieri l'assassinio di un alto comandante dell'Esercito libero siriano da parte di militanti legati ad al-Qaeda. Il servizio di Marina Calculli:RealAudioMP3

In Siria si apre un nuovo fronte dopo l’uccisione di uno dei capi dell’Esercito Siriano Libero per mano di un combattente quaedista, giovedì scorso nel grande porto di Lattakia. A uccidere l’uomo era stato un membro dello Stato islamico dell’Iraq, uno dei due principali gruppi militanti siriani. Assieme all’altro, il Fronte al-Nousra, il gruppo esercita un potere sempre più pressante sul nord della Siria, nelle cosiddette “zone liberate”, in cui il regime non ha più controllo. In un comunicato lo stato islamico dell’Iraq ha detto di considerare ormai l’Esercito siriano libero come eretico, perché poco aderente ai principi di un Islam radicale. Emerge così la frammentazione della resistenza anti-Asad e lo scollamento tra le ambizioni democratiche iniziali della rivolta contro Asad e il montare di ambizioni di potere man mano che il conflitto diventa più intenso. Intanto ieri a Damasco 15 persone sono rimaste uccise in un’esplosione avvenuta nel centro della città. A Dar’a invece un’esplosione ha distrutto la banca del sangue dell’ospedale principale. Il regime dal suo canto continua a bombardare la zona di Homs.

E in Siria l’emergenza umanitaria si ripercuote soprattutto sulle condizioni dei Bambini. Secondo l’Unicef, sono almeno 4 milioni i minori che necessitano di assistenza. Marco Guerra ne ha parlato con Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia: RealAudioMP3

R. - Quattro milioni di bambini hanno un immediato bisogno di aiuti umanitari. È una situazione davvero difficile, perché devono affrontare minacce e pericoli senza precedenti sia dal punto di vista fisico sia emotivo. Sono 6.500 i bambini uccisi fino ad oggi - secondo le fonti delle Nazioni Unite – ed un terzo di loro avevano meno di dieci anni. Ci sono decine di migliaia di altri bambini feriti. È una crisi umanitaria che sta assumendo davvero proporzioni vastissime.

D. – Non solo problemi legati alla violenza. La guerra espone i bambini ad innumerevoli rischi...

R. – Sì, uno semplicissimo è il caldo estivo che sta ampliando i rischi a cui sono esposti questi bambini. Le temperature sono in aumento, in un momento in cui l’acqua potabile in queste zone è sempre più scarsa. I sistemi igienico-sanitari stanno collassando, ci sono cumuli di rifiuti solidi che peggiorano, specialmente nei campi profughi. Aggiungiamo naturalmente la pressione sui Paesi che ospitano questo numero amplissimo di rifugiati, si parla 1,7 milioni di profughi che sono fuggiti dalla Siria: una situazione davvero esplosiva.

D. – I pericoli sono rappresentati anche dagli abusi sessuali. Non c’è fine all’orrore...

R. – Le Nazioni Unite hanno ricevuto delle evidenze di violenze sessuali contro donne e contro ragazze, specie durante i raid condotti dai militari siriani in alcune aree dove ci sono pesanti combattimenti, ma anche nei centri di detenzione e nei posti di blocco. Ci sono segnalazioni di stupri, di rapimenti di donne e ragazze da parte di gruppi armati dell’opposizione nelle città percepite come filogovernative. Poi c’è il ricorso al sesso come mezzo di sopravvivenza, che è purtroppo un altro dramma nel dramma di questa guerra, che oggi ha mietuto 93 mila vittime tra i civili.

D. – Sono arrivate voci anche di minori coinvolti direttamente nel conflitto come combattenti...

R. – In Siria le Nazioni Unite hanno ricevuto un numero sempre più alto di segnalazioni sull’utilizzo dei bambini da parte dei gruppi armati di opposizione. Ci sono evidenze molto forti che questi bambini vengano usati come combattenti, anche come messaggeri, portatori di cibo, per scopi interni come pulire, portare l’acqua e fornire l’assistenza medica ai feriti. C’è stato un rapporto del Segretario generale, in cui si parla proprio di forze armate siriane che hanno usato i bambini come scudi umani e ci sono state una serie di accuse di impiego di ragazzini, tra i 15 e i 17 anni, da parte delle milizie assediate dal governo, per incursioni nei villaggi. Queste - ci tengo a ribadirlo come Unicef – sono gravi violazioni dei diritti umani perché nessun bambino sotto i 18 anni deve esser utilizzato nei conflitti armati. Purtroppo in Siria accade anche questo.







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