Sud Sudan: prolungato il mandato della missione Onu
Più uomini e mezzi per fermare le violenze nella regione orientale di Jonglei, ostaggio
di un conflitto che ha già costretto a lasciare le loro case decine di migliaia di
persone: a chiederli è il Consiglio di sicurezza, in una risoluzione che estende di
un anno il mandato della missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss). Nel documento
- ripreso dall'agenzia Misna - approvato all’unanimità, si esprime “preoccupazione
per un divario strategico tra la mobilità della missione e il costante e decisivo
bisogno di una capacità aerea e di mezzi di spostamento, come elicotteri e natanti”.
Hilde Johnson, inviata dell’Onu in Sud Sudan, aveva denunciato in settimana l’incapacità
per i circa 6.900 effettivi di Unmiss di assolvere ai loro compiti con appena tre
elicotteri a disposizione. A Jonglei l’esercito di Juba sta fronteggiando dall’anno
scorso un gruppo ribelle guidato da un ex generale, David Yau Yau, sostenuto per lo
più dalle comunità di etnia murle. Proprio ieri una radio cattolica della regione
riferiva di militari “sotto assedio” nella zona di Pibor, uno degli epicentri degli
scontri. Il Sud Sudan è divenuto indipendente da Khartoum nel 2011, dopo una guerra
civile ultraventennale. Di fronte ai Consiglio di sicurezza, ieri, l’ambasciatore
di Juba presso le Nazioni Unite Francis Mading ha riconosciuto le difficoltà del suo
Paese in fatto di sicurezza e di rispetto dei diritti umani. “Questi problemi – ha
detto il diplomatico – sono attribuibili alle conseguenze negative di un conflitto
lungo e devastante che ha lasciato la popolazione traumatizzata, militarizzata e armata”.
(R.P.)