Il Papa e la persecuzione anticristiana: col male non si negozia, forza di opporsi
viene da Gesù Risorto
Diverse volte Papa Francesco ha parlato della persecuzione ai cristiani e della perseveranza.
“Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi”, dice Gesù agli Apostoli nel Vangelo di
oggi annunciando loro che saranno consegnati ai tribunali ma ricordandogli che “chi
avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. Un Vangelo in cui Gesù invita ad essere
semplici come colombe e astuti come serpenti. Nel giorno in cui ricorre il quarto
mese dall’elezione di Papa Francesco, ripercorriamo alcune sue riflessioni prendendo
spunto da questo brano del Vangelo. Il servizio di Debora Donnini:
Essere cristiani
significa seguire Gesù e per questo diverse volte Papa Francesco ha ricordato che
non dobbiamo avere paura di essere perseguitati. “Sarete odiati da tutti a causa del
mio nome”, dice Gesù nel Vangelo di oggi:
“La strada dei cristiani è la
strada di Gesù. Se noi vogliamo essere seguaci di Gesù, non c’è un’altra strada: quella
che Lui ha segnato. E una delle conseguenze di questo è l’odio, è l’odio del mondo,
e anche del principe di questo mondo. Il mondo amerebbe ciò che è suo. ‘Vi ho scelti
io, dal mondo’: è stato Lui proprio che ci ha riscattato dal mondo, ci ha scelti:
pura grazia! Con la sua morte, con la sua resurrezione, ci ha riscattati dal potere
del mondo, dal potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo. E l’origine
dell’odio è questa: siamo salvati. E quel principe che non vuole, che non vuole che
noi siamo stati salvati, odia”. (Messa a Santa Marta, 4 maggio 2013)
Papa
Francesco ricorda anche che “con il principe di questo mondo non si può dialogare”,
ma “soltanto rispondere con la Parola di Dio che ci difende”. Bisogna avere umiltà
e mitezza come una pecorella perché senza un Pastore che difenda si cade nelle mani
dei lupi:
“Pensiamo a Gesù nella sua Passione. Il suo Profeta dice: ‘Come
una pecora che va al mattatoio’. Non grida, niente: l’umiltà. Umiltà e mitezza. Queste
sono le armi che il principe del mondo e lo spirito del mondo non tollera, perché
le sue proposte sono proposte di potere mondano, proposte di vanità, proposte di ricchezze
male acquisite, sono proposte così”.
In questo Vangelo dunque Gesù parla
della missione. L’evangelizzazione è stata al centro di molti discorsi e omelie di
Papa Francesco che spesso ha esortato ad andare alle “periferie esistenziali”:
“Oggi
possiamo chiedere allo Spirito Santo che ci dia questo fervore apostolico a tutti
noi, anche ci dia la grazia di dare fastidio alle cose che sono troppo tranquille
nella Chiesa; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali. Tanto bisogno
ha la Chiesa di questo! Non soltanto in terra lontana, nelle chiese giovani, nei popoli
che ancora non conoscono Gesù Cristo, ma qui in città, in città proprio, hanno bisogno
di questo annuncio di Gesù Cristo. Dunque chiediamo allo Spirito Santo questa grazia
dello zelo apostolico, cristiani con zelo apostolico. E se diamo fastidio, benedetto
sia il Signore. Avanti, come dice il Signore a Paolo: ‘Coraggio’”! (Messa a Santa
Marta, 16 maggio 2013)
Nel Vangelo di oggi Gesù dice ai suoi apostoli che
saranno consegnati ai tribunali, flagellati, condotti davanti a governatori e re “per
causa mia”, “per dare testimonianza a loro e ai pagani”, ma li invita a non preoccuparsi
di cosa dire perché “è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. Gli ricorda
però anche che saranno “odiati da tutti” a causa del suo nome. Una realtà, quella
della persecuzione, che attraversa i secoli e arriva fino noi:
“Ma il
tempo dei martiri non è finito: anche oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa
ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. La Chiesa ha tanti uomini e donne che
sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio
alla fede: questo è ammazzato perché insegna catechismo, questo viene ammazzato perché
porta la croce… Oggi, in tanti Paesi, li calunniano, li perseguono… sono fratelli
e sorelle nostri che oggi soffrono, in questo tempo dei martiri”. (Messa a Santa Marta,
15 aprile 2013)
“Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”, ricorda
Gesù nel Vangelo. Papa Francesco spiega, infatti, da dove venga ai primi discepoli
la forza di testimoniare, la gioia e il coraggio malgrado gli ostacoli e la violenza
e, così facendo, poter “riempire Gerusalemme con il loro insegnamento”:
"E’
chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l’azione dello Spirito
Santo possono spiegare questo fatto. E’ il Signore che era con loro e lo Spirito che
li spingeva alla predicazione spiega questo fatto straordinario.La loro fede
si basava su un’esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non
avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un
motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare
a Lui, testimoniandolo con la vita”. (Regina Coeli, 14 aprile 2013)
Se
una persona incontra Cristo, dunque, risponde con “amore” e “forza della verità” e
ricorda ancora Papa Francesco: “L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che
noi possiamo dare del fatto che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto”.