2013-07-12 12:49:26

Il Papa e la persecuzione anticristiana: col male non si negozia, forza di opporsi viene da Gesù Risorto


Diverse volte Papa Francesco ha parlato della persecuzione ai cristiani e della perseveranza. “Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi”, dice Gesù agli Apostoli nel Vangelo di oggi annunciando loro che saranno consegnati ai tribunali ma ricordandogli che “chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”. Un Vangelo in cui Gesù invita ad essere semplici come colombe e astuti come serpenti. Nel giorno in cui ricorre il quarto mese dall’elezione di Papa Francesco, ripercorriamo alcune sue riflessioni prendendo spunto da questo brano del Vangelo. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

Essere cristiani significa seguire Gesù e per questo diverse volte Papa Francesco ha ricordato che non dobbiamo avere paura di essere perseguitati. “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome”, dice Gesù nel Vangelo di oggi:

“La strada dei cristiani è la strada di Gesù. Se noi vogliamo essere seguaci di Gesù, non c’è un’altra strada: quella che Lui ha segnato. E una delle conseguenze di questo è l’odio, è l’odio del mondo, e anche del principe di questo mondo. Il mondo amerebbe ciò che è suo. ‘Vi ho scelti io, dal mondo’: è stato Lui proprio che ci ha riscattato dal mondo, ci ha scelti: pura grazia! Con la sua morte, con la sua resurrezione, ci ha riscattati dal potere del mondo, dal potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo. E l’origine dell’odio è questa: siamo salvati. E quel principe che non vuole, che non vuole che noi siamo stati salvati, odia”. (Messa a Santa Marta, 4 maggio 2013)

Papa Francesco ricorda anche che “con il principe di questo mondo non si può dialogare”, ma “soltanto rispondere con la Parola di Dio che ci difende”. Bisogna avere umiltà e mitezza come una pecorella perché senza un Pastore che difenda si cade nelle mani dei lupi:

“Pensiamo a Gesù nella sua Passione. Il suo Profeta dice: ‘Come una pecora che va al mattatoio’. Non grida, niente: l’umiltà. Umiltà e mitezza. Queste sono le armi che il principe del mondo e lo spirito del mondo non tollera, perché le sue proposte sono proposte di potere mondano, proposte di vanità, proposte di ricchezze male acquisite, sono proposte così”.

In questo Vangelo dunque Gesù parla della missione. L’evangelizzazione è stata al centro di molti discorsi e omelie di Papa Francesco che spesso ha esortato ad andare alle “periferie esistenziali”:

“Oggi possiamo chiedere allo Spirito Santo che ci dia questo fervore apostolico a tutti noi, anche ci dia la grazia di dare fastidio alle cose che sono troppo tranquille nella Chiesa; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali. Tanto bisogno ha la Chiesa di questo! Non soltanto in terra lontana, nelle chiese giovani, nei popoli che ancora non conoscono Gesù Cristo, ma qui in città, in città proprio, hanno bisogno di questo annuncio di Gesù Cristo. Dunque chiediamo allo Spirito Santo questa grazia dello zelo apostolico, cristiani con zelo apostolico. E se diamo fastidio, benedetto sia il Signore. Avanti, come dice il Signore a Paolo: ‘Coraggio’”! (Messa a Santa Marta, 16 maggio 2013)

Nel Vangelo di oggi Gesù dice ai suoi apostoli che saranno consegnati ai tribunali, flagellati, condotti davanti a governatori e re “per causa mia”, “per dare testimonianza a loro e ai pagani”, ma li invita a non preoccuparsi di cosa dire perché “è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”. Gli ricorda però anche che saranno “odiati da tutti” a causa del suo nome. Una realtà, quella della persecuzione, che attraversa i secoli e arriva fino noi:

“Ma il tempo dei martiri non è finito: anche oggi possiamo dire, in verità, che la Chiesa ha più martiri che nel tempo dei primi secoli. La Chiesa ha tanti uomini e donne che sono calunniati, che sono perseguitati, che sono ammazzati in odio a Gesù, in odio alla fede: questo è ammazzato perché insegna catechismo, questo viene ammazzato perché porta la croce… Oggi, in tanti Paesi, li calunniano, li perseguono… sono fratelli e sorelle nostri che oggi soffrono, in questo tempo dei martiri”. (Messa a Santa Marta, 15 aprile 2013)

“Chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato”, ricorda Gesù nel Vangelo. Papa Francesco spiega, infatti, da dove venga ai primi discepoli la forza di testimoniare, la gioia e il coraggio malgrado gli ostacoli e la violenza e, così facendo, poter “riempire Gerusalemme con il loro insegnamento”:

"E’ chiaro che solo la presenza con loro del Signore Risorto e l’azione dello Spirito Santo possono spiegare questo fatto. E’ il Signore che era con loro e lo Spirito che li spingeva alla predicazione spiega questo fatto straordinario. La loro fede si basava su un’esperienza così forte e personale di Cristo morto e risorto, che non avevano paura di nulla e di nessuno, e addirittura vedevano le persecuzioni come un motivo di onore, che permetteva loro di seguire le orme di Gesù e di assomigliare a Lui, testimoniandolo con la vita”. (Regina Coeli, 14 aprile 2013)

Se una persona incontra Cristo, dunque, risponde con “amore” e “forza della verità” e ricorda ancora Papa Francesco: “L’amore fraterno è la testimonianza più vicina che noi possiamo dare del fatto che Gesù è con noi vivo, che Gesù è risorto”.

Ultimo aggiornamento: 13 luglio 2013.







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