2013-07-12 16:12:44

Gli under 13 e Facebook. Lo psicologo: troppo piccoli per gestire relazioni virtuali


Si può aprire un proprio profilo Facebook dai 13 anni in poi, ma molti bambini tra i 9 e i 10 anni già sono iscritti al popolarissimo social network e ne fanno regolarmente uso. Il dato è emerso in una recente ricerca effettuata dall’Associazione Meter Onlus di don Fortunato Di Noto. Iscriversi è facile: bastano una connessione Internet e un’e-mail. Per un'analisi di questo fenomeno, Elisa Sartarelli ha chiesto l'opinione dello psicologo infantile, Ezio Aceti:RealAudioMP3

R. - I rischi sono tutti legati all’utilizzo di uno strumento che non è ancora in possesso dei bambini - i bambini non sono ancora capaci di gestirlo - perché questo strumento non è solo un discorso tecnico, ma è anche uno strumento relazionale. La capacità di gestire delle relazioni è tipica dell’adulto. I bambini, se sono fra loro, sono in grado di gestire le loro relazioni, ma se sono con altri, con sconosciuti o adulti, rischiano di soccombere a queste relazioni. Con questo, non voglio dire che allora i bambini cadano necessariamente nelle trappole, ma il rischio c’è. I bambini intendono le relazioni come se fossero solo virtuali. È vero che loro sono abituati al virtuale, ma una relazione ha bisogno di profondità e anche di sguardi. Tant’è che poi, da grandi, le loro relazioni sono spesso molto superficiali, immediate, senza la profondità e la conoscenza che li aiuta a conoscere la complessità della realtà.

D. - È difficile controllare come i propri figli utilizzino Internet, perché non esiste soltanto il computer di casa che può essere tenuto sotto controllo dai genitori. Oggi, anche i giovanissimi spesso possiedono un cellulare di ultima generazione e viaggiano da soli per il web e su Facebook …

R. - Noi ci troviamo in un momento di transizione. Fino a quando questi strumenti non saranno diventati patrimonio comune, dobbiamo usare la prevenzione. È avvenuto uno tsunami: in 40 anni i mezzi di comunicazione ci sono tutti caduti addosso con una rapidità tale che facciamo ancora fatica a gestirli, soprattutto i bambini. D’altro canto, però, non vorrei far vedere tutti gli aspetti negativi di questo tsunami. Sono aspetti negativi nella misura in cui io non ne divento padrone. Allora, per esempio, bisognerebbe introdurre già nelle scuole elementari dei corsi di utilizzo…

D. - Come possiamo lasciar scoprire ai bambini Internet e i social network senza spaventarli o inibirli, ma proteggendoli da eventuali pericoli?

R. - Diventano dipendenti quei bambini che non hanno alternative al virtuale. Più io costruisco relazioni significative con i bambini, più gli faccio vedere la bellezza del contatto, più lui lo apprezzerà. Devo, però, evitare di demonizzare l’altro per creare un’aspettativa eccessiva. Devo invece educarlo all’utilizzo del virtuale in modo corretto. Una volta giocavamo a nascondino: in Italia, nessun bambino gioca più a nascondino. Bisogna educare tutti i bambini alle emozioni a partire dalle scuole materne. Tutti questi strumenti virtuali creano emozioni forti, di fronte alle quali i bambini soccombono. Se noi li educhiamo alle emozioni, allora saranno più in grado di gestirle.







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