Crisi. Testimonianza dalla Grecia: siamo un Paese in ginocchio
Situazione sempre critica in Grecia, dal punto di vista economico. Si moltiplicano
gli scioperi dei lavoratori pubblici, con pesanti ricadute sui servizi ai cittadini:
dalla raccolta dei rifiuti ai trasporti, fino al settore sanitario. E intanto, cresce
la disoccupazione: secondo l'Istituto di Statistica ellenico Elstat, nel mese di aprile
del 2013 ha raggiunto il 27,9%. Un momento difficilissimo dunque per la nazione. Salvatore
Sabatino ha raccolto ad Atene la testimonianza del collega greco, Nicola Nellas,
che racconta di una quotidianità fatta di mille problemi:
R. - Attualmente,
il settore pubblico è in sciopero. C’è soprattutto il grande problema dei rifiuti,
anche perché durante l’estate in Grecia la temperatura è molto alta e questo crea
molti disagi. Il governo ha poi deciso di eliminare tutta la polizia municipale, per
inserirla nel settore della polizia statale. Il fatto è che tanti di questi poliziotti
non sono adatti a fare il lavoro del poliziotto: non hanno nemmeno l’addestramento
adatto...
D. - È uno dei grandi problemi che in questo momento riguarda il
settore pubblico in Grecia, che ha avuto moltissimi tagli …
R. - Sì. Anche
quello dei tagli è un problema. Conosco una persona che praticamente ha visto il suo
stipendio ridursi del 50%. Una persona che sa che il suo stipendio ogni mese è di
un certo importo, lo amministra in modo tale che se ci sono eventuali debiti cui far
fronte sa come comportarsi. In questa situazione, non possono farcela a pagare, anche
perchè non possono nemmeno rivolgersi alle banche, anch'esse in crisi.
D. -
Rispetto all’abbassamento degli stipendi, non c’è stato un adeguamento dei prezzi,
ad esempio, dei beni di prima necessità?
R. - No, anzi. I prezzi dei beni di
prima necessità sono aumentati, anche perché è stata aumentata l’Iva.
D. -
I tagli predisposti dal governo stanno mettendo a dura prova anche il settore sanitario:
molti ospedali dovranno essere chiusi e ci sono poi problemi per le forniture…
R.
- Certo. Hanno deciso che ogni anno qualsiasi ospedale avrà un certo bilancio. Se
supera questo tetto, non verranno più sovvenzionati nuovamente e le spese per comprare
anche le cose più banali - dalle garze al siero antitetanico - non saranno rimborsate.
Qui, al Pireo, ci sono tre ospedali. Pireo è una città che conta quasi un milione
di abitanti, è ovvio che abbia tre ospedali. Adesso, vogliono chiuderli tutti e tre
per trasferirli ad Atene. C’è, dunque, il problema legato all’emergenza. Io non posso
pensare che una persona che abbia un emergenza a Pireo debba fare più di mezz’ora
di strada per arrivare ad un ospedale ad Atene.
D. - Le cronache degli ultimi
mesi raccontano delle città - soprattutto Atene - che si stanno lentamente spopolando,
mentre i piccoli paesi stanno invece accogliendo moltissime persone. Anche questa
è una conseguenza della crisi…
R. - Sì, certo. Specialmente i pensionati preferiscono
andare via da Atene per andare verso il loro paese natale, dove c’è più solidarietà
tra la gente, dove la vita costa meno. Il 99% di questi ha già una casa, quindi non
costa niente stare là. L’unica cosa a cui devono pensare è la loro sanità, perché
spesso non ci sono ospedali nei dintorni. L’ospedale più prossimo può essere distante
più di un’ora.
D. - Questo ha avuto conseguenze anche su Atene che si sta spopolando.
Tu mi dicevi della diminuzione del traffico, che è assolutamente emblematico…
R.
- Il traffico è diminuito, secondo me, del 30-40%. Tanti distributori - oltre duemila
- di benzina sono stati chiusi. Ma anche tanti negozi stanno chiudendo. Nelle vie
centrali si vedono ovunque negozi chiusi.
D. - Il turismo riesce in questo
momento d'estate ad aiutare l’economia greca?
R. - Sì. Per fortuna, c'è stato
un grande aumento di turisti, soprattutto a causa dei problemi che ci sono in Turchia
e in Egitto. C’è stato un grande afflusso inaspettato di turisti, specialmente a giugno.
È stato un nuovo record dopo dieci anni.
D. - Ci troviamo di fronte a tutta
una serie di problemi: disoccupazione, tagli al settore pubblico, scioperi: questo
può causare dei problemi reali alla sicurezza sociale del Paese?
R. - Secondo
me, sì, può creare dei problemi, perché la gente oramai sta cercando delle risposte
ai problemi di tutti i giorni. Il fatto è che vedo tante persone che si avvicinano
alle forze politiche estreme, specialmente all’estrema destra, che in questo momento,
nel parlamento fa di tutto per creare dei problemi.
D. - E quindi, c’è un rischio
reale che tutto questo poi sfoci anche in scontri?
R. - Sì. Infatti, ci sono
stati vari scontri. Ogni giorno, sentiamo di scontri che avvengono per strada, in
varie città.
D. - I greci, comunque, hanno la consapevolezza che stanno vivendo
un momento difficile ma che tutto questo passerà, o non c’è nemmeno più la speranza?