2013-07-11 14:33:07

Il prof. Dalla Torre presenta in conferenza stampa le nuove leggi penali vaticane


Le nuove leggi in materia penale e di sanzioni amministrative per lo Stato della Città del Vaticano e la Santa Sede non sono la risposta a Moneyval, il gruppo di lavoro del Consiglio d'Europa che si occupa di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo internazionale. E’ quanto emerso ieri alla presentazione delle nuove norme in Sala Stampa vaticana. Ce ne parla Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Sono in preparazione altre leggi per rispondere alle questioni sollevate da Moneyval ma le norme presentate oggi non sono dunque “la risposta” a tali sollecitazioni. Così il prof. Giuseppe Dalla Torre, presidente del Tribunale dello Stato Città del Vaticano:

“Una delle ragioni sono state le osservazioni di Moneyval. Però non tutte le osservazioni di Moneyval riguardano la materia penale: hanno avuto ad oggetto anche altri aspetti della struttura amministrativa, del funzionamento ... Quindi questo è soltanto un intervento nella materia penale. Io penso che subito dopo l’estate, ci saranno degli interventi di nuovo in materia evidentemente non penale, relativi sempre all’attività finanziaria, all’antiriciclaggio, alla lotta al terrorismo e quant’altro”.

Spiegando le leggi che entreranno in vigore il primo settembre, il professor Dalla Torre ha ribadito che si è voluto “mettere mano” ad alcuni interventi specifici nella direzione dell’integrazione o del rimodellamento delle norme già esistenti. Ad esempio il delitto di divulgazione di documenti riservati è stato ulteriormente precisato:

“E’ nuovo nella formulazione e nel contenuto. Certo, questo fatto poteva essere ricondotto nel sistema del Codice ad altre fattispecie. Mi pare che si sia voluta dare una configurazione più precisa, più puntuale”.

Il prof. Dalla Torre ha anche affermato che il processo all’ex assistente di camera di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, potrebbe aver pesato in qualche modo ma non ha inciso in maniera determinate sull’articolo di legge. Ai giornalisti ha poi specificato anche i dettagli:

“Chiunque si procura illegittimamente o rivela notizie o documenti di cui è vietata la divulgazione è punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni o con la multa da euro 1.000, o da euro 5.000. Se la condotta ha avuto ad oggetto notizie o documenti concernenti gli interessi fondamentali o i rapporti diplomatici della Santa Sede, dello Stato, si applica la pena della reclusione da 4 a 8 anni. Se il fatto, di cui al comma precedente, è commesso per colpa, si applica la pena della reclusione da 6 mesi a 2 anni”.

Infine una precisazione è giunta anche sulla definizione dei delitti contro i minori introdotti in attuazione della Convenzione a tutela del fanciullo:

“Erano reati, come in tutti gli ordinamenti, di carattere più generale. Qui è molto più preciso. C’è la pedopornografia, per esempio. E’ chiaro che nel codice del 1889 questo non c’è. Ma se andiamo a prendere il codice italiano troveremo gli stessi dati con scritto bis, bis, ter, quater, perché sono tutti reati, fattispecie più precise, che nascono in attuazione della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo e dei protocolli aggiuntivi. Quindi non è che non ci fosse”.

Ultimo aggiornamento: 12 luglio







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