Il prof. Dalla Torre presenta in conferenza stampa le nuove leggi penali vaticane
Le nuove leggi in materia penale e di sanzioni amministrative per lo Stato della Città
del Vaticano e la Santa Sede non sono la risposta a Moneyval, il gruppo di lavoro
del Consiglio d'Europa che si occupa di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento
del terrorismo internazionale. E’ quanto emerso ieri alla presentazione delle nuove
norme in Sala Stampa vaticana. Ce ne parla Benedetta Capelli:
Sono in preparazione
altre leggi per rispondere alle questioni sollevate da Moneyval ma le norme presentate
oggi non sono dunque “la risposta” a tali sollecitazioni. Così il prof. Giuseppe
Dalla Torre, presidente del Tribunale dello Stato Città del Vaticano:
“Una
delle ragioni sono state le osservazioni di Moneyval. Però non tutte le osservazioni
di Moneyval riguardano la materia penale: hanno avuto ad oggetto anche altri aspetti
della struttura amministrativa, del funzionamento ... Quindi questo è soltanto un
intervento nella materia penale. Io penso che subito dopo l’estate, ci saranno degli
interventi di nuovo in materia evidentemente non penale, relativi sempre all’attività
finanziaria, all’antiriciclaggio, alla lotta al terrorismo e quant’altro”.
Spiegando
le leggi che entreranno in vigore il primo settembre, il professor Dalla Torre ha
ribadito che si è voluto “mettere mano” ad alcuni interventi specifici nella direzione
dell’integrazione o del rimodellamento delle norme già esistenti. Ad esempio il delitto
di divulgazione di documenti riservati è stato ulteriormente precisato:
“E’
nuovo nella formulazione e nel contenuto. Certo, questo fatto poteva essere ricondotto
nel sistema del Codice ad altre fattispecie. Mi pare che si sia voluta dare una configurazione
più precisa, più puntuale”.
Il prof. Dalla Torre ha anche affermato che
il processo all’ex assistente di camera di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, potrebbe
aver pesato in qualche modo ma non ha inciso in maniera determinate sull’articolo
di legge. Ai giornalisti ha poi specificato anche i dettagli:
“Chiunque
si procura illegittimamente o rivela notizie o documenti di cui è vietata la divulgazione
è punito con la reclusione da 6 mesi a 2 anni o con la multa da euro 1.000, o da euro
5.000. Se la condotta ha avuto ad oggetto notizie o documenti concernenti gli interessi
fondamentali o i rapporti diplomatici della Santa Sede, dello Stato, si applica la
pena della reclusione da 4 a 8 anni. Se il fatto, di cui al comma precedente, è commesso
per colpa, si applica la pena della reclusione da 6 mesi a 2 anni”.
Infine
una precisazione è giunta anche sulla definizione dei delitti contro i minori introdotti
in attuazione della Convenzione a tutela del fanciullo:
“Erano reati, come
in tutti gli ordinamenti, di carattere più generale. Qui è molto più preciso. C’è
la pedopornografia, per esempio. E’ chiaro che nel codice del 1889 questo non c’è.
Ma se andiamo a prendere il codice italiano troveremo gli stessi dati con scritto
bis, bis, ter, quater, perché sono tutti reati, fattispecie più precise, che nascono
in attuazione della Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo e dei protocolli
aggiuntivi. Quindi non è che non ci fosse”.