Togo: accordo governo-opposizione con la mediazione della Chiesa. Elezioni il 25 luglio
Si terranno il 25 luglio invece che il 21 le elezioni legislative in Togo, mentre
la campagna elettorale si concluderà il 23. La nuova data del voto è stata annunciata
al termine di un dialogo politico concluso martedì a Lomé con la firma di un accordo
tra l’esecutivo, la Coalizione Arcobaleno e il Collettivo Salviamo il Togo (Cst).
I negoziati, aperti lo scorso 14 giugno, sono stati mediati da mons. Nicodème Barrigah-Benissan,
vescovo di Atakpamé e presidente della Commissione verità, giustizia e riconciliazione
(Cvjr), e dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Togo, Robert Whitehead. Secondo i
mediatori, l’intesa “dà maggiori garanzie per un voto pacifico e sereno”. Scarcerazione
provvisoria di tutte le persone detenute e revoca delle restrizioni imposte ad alcune
personalità politiche incriminate nell’ambito dell’inchiesta sugli incendi ai mercati
di Lomé e Kara dello scorso gennaio, proroga della scadenza di presentazione delle
candidature e maggiore rappresentanza dell’opposizione nei seggi elettorali e nelle
commissioni locali della Ceni: sono questi i punti salienti dell’accordo. Il 25 luglio
quasi 3,1 milioni di togolesi potranno eleggere 91 deputati nelle 30 circoscrizioni
in cui il Paese è suddiviso. In realtà le legislative erano previste nove mesi fa
ma sono state rinviate a causa di tensioni politiche e proteste indette dalla Coalizione
Arcobaleno e dal Collettivo Salviamo il Togo, che denunciavano un processo “poco trasparente”
teso a favorire il presidente Faure Gnassingbé e il suo partito, l’Unione per la Repubblica
(Unir). A questo punto anche le due forze di opposizione svolgeranno la propria campagna
elettorale, aperta lo scorso 5 luglio. “25 Luglio, Unir unisce per vincere” è lo slogan
scelto dal partito di Gnassingbé, l’unico in lizza nelle 30 circoscrizioni. Ai dibattiti
sta già partecipando attivamente l’Unione delle forze di cambiamento (Ufc), il partito
dello storico oppositore Gilchrist Olympio entrato a far parte del governo di “larghe
intese” voluto dal presidente Gnassingbé dopo la sua riconferma alla guida del Paese
nel 2010. Finora la campagna elettorale si sta svolgendo nella calma, ma nei giorni
scorsi vescovi togolesi, società civile e difensori dei diritti umani hanno espresso
“preoccupazione” per il malcontento diffuso, crescenti tensioni che “minacciano la
pace sociale” e che potrebbero degenerare in occasione del voto. Dalla indipendenza
raggiunta nel 1958, la piccola ex colonia francese è stata di frequente teatro di
violenze politiche ed elettorali, che durante le presidenziali del 2005 hanno causato
centinaia di vittime e migliaia di sfollati. (R.P.)