Lampedusa: Terre des Hommes offre aiuto psicosociale a minori e famiglie profughi
Dopo la "pausa" portata dalla visita e dalle parole di Papa Francesco, l'isola di
Lampedusa torna a fare i conti con le consuete difficoltà legate all'affluso massiccio
di immigrati sulle sue coste. Dopo gli ultimi arrivi, il Centro di accoglienza conta
590 persone, a fronte delle 250 in grado di ospitarne. Sul posto, diverse sono le
iniziative attivate dalle organizzazioni che assistono i profughi, come quella avviata
da "Terre des Hommes" che nel Centro di prima accoglienza di Contrada Imbriàcola offre
un nuovo servizio di sostegno psicologico ai minori e alle loro famiglie. Di questo
progetto, denominato "Faro", Federica Giannotta, responsabile dei diritti dei
bambini, parla al microfono di Maria Cristina Montagnaro:
R. – Gli obiettivi
sono di garantire un supporto psicologico e un’assistenza psicosociale ai minori migranti,
che arrivano soli a Lampedusa e che vengono accolti nel centro di Imbriacola. In aggiunta,
il servizio è offerto anche alle donne con bambini e alle famiglie con bambini, che
arrivano con minori sull’isola.
D. – Quali sono le condizioni in cui vivono
i minori nel Centro di prima accoglienza?
R. – Quando il Centro si trova in
una situazione di sovraffollamento, come ora, le condizioni non sono sicuramente quelle
adeguate all’accoglienza di un minore, ma non lo sono nemmeno all’accoglienza di un
adulto. In particolare, i minori sono naturalmente più vulnerabili, quindi non sono
accolti in una situazione che dal punto di vista logistico, igienico-sanitario e di
supporto risponde a quei servizi fondamentali che un’accoglienza dovrebbe garantire.
Non è, comunque, una struttura dove il minore dovrebbe restare più di 48 ore, per
il tempo strettamente necessario alla sua mera identificazione, al suo immediato soccorso
e poi al suo trasferimento.
D. – Di che cosa hanno bisogno i minori?
R.
– Di cercare una finestra di minima tranquillità, per recuperare quelle forze, quella
serenità, che serve poi per quello che li aspetta in un successivo momento. Questo
significa che, in primo luogo, devono essere aiutati per esempio a decodificare sintomi
o manifestazioni, che possano svilupparsi a livello fisico od emotivo, dovute allo
stress, alla paura del viaggio che hanno affrontato. Siamo molto attenti però – e
questo va sottolineato – a non offrire un percorso terapeutico e siamo molto consapevoli
del fatto che le persone stanno lì per un brevissimo tempo.
D. – Un intervento
di pronto soccorso, possiamo dire...
R. – E’ un intervento di pronto soccorso
di tipo psicologico-psicosociale. La persona, carica di tutta una serie di emozioni,
di stress, di paure, che si possono manifestare anche dal punto di vista fisico, viene
subito affiancata da una persona che la aiuta a gestire tutto questo.