India: è ancora emergenza alluvioni. Timori per i dispersi
Ancora piogge forti, insistenti sulle regioni dell’India settentrionale già devastate
il 16 giugno da precipitazioni eccezionali che hanno provocato ufficialmente la morte
di 1.200 persone (con stime locali che arrivano a 10.000 nel solo Stato di Uttarakhand),
120.000 senzatetto e gravi distruzioni. Resta tuttavia una grave incertezza sul numero
dei dispersi. La stima governativa di 4.000 è stata superata dai dati sulle denunce
di scomparsa che la polizia sta raccogliendo in diversi Stati colpiti (Uttarakhand,
Himachal Pradesh, Utar Pradesh), ma dati più certi si avranno nelle prossime settimane.
Alcune organizzazioni non governative riferiscono di 11.600 dispersi, considerando
anche categorie, come i pellegrini o i migranti per lavoro, finora escluse dal conto
ufficiale. Secondo le autorità - riferisce l'agenzia Misna - sono circa 110.000 coloro
che sono stati salvati grazie a una massiccia operazione di soccorso, condotta in
buona parte con elicotteri militari; molte operazioni, d’altra parte, sono in corso
in regioni dove ancora restano gruppi isolati. La ricostruzione delle vie d’accesso
alle aree montane è stata avviata, ma l’uso di velivoli senza pilota resta indispensabile
per accertare che nessuno sia escluso dai soccorsi. Il Paese si interroga ora sulla
sua preparazione davanti a eventi di questo genere. Anche a livello ufficiale è stata
ammessa la necessità di ristrutturare l’intera organizzazione dei soccorsi d’emergenza,
oltre che di migliorare la capacità di previsione di eventi naturali disastrosi. Le
piogge monsoniche che hanno devastato in particolare l’Uttarakhand, meta di un gran
numero di pellegrini per i suoi tanti luoghi considerati tra i più importanti per
la tradizione induista, sono state le più consistenti degli ultimi 60 anni. (R.P.)