Egitto, una possibilità per le 'Primavere arabe' di ribellarsi all'islamismo
P. Samir Khalil Samir sj, islamologo, nato al Cairo La crisi scoppiata
in Egitto, che ha portato alla caduta del presidente Morsi, mostra una linea possibile
di sviluppo del complesso fenomeno delle ‘Primavere arabe’. Le rivoluzioni sono
nate da movimenti giovanili liberali che volevano la libertà e la democrazia. Dopo
due o tre mesi, in tutti paesi teatro di queste proteste popolari, sono subentrati
gli islamisti estremisti, più organizzati, che hanno preso il potere. Anche in Siria
l’opposizione è stata superata dagli estremisti, giunti da altri paesi del mondo arabo.
Ora, la sconfitta dei Fratelli Musulmani in Egitto, potrebbe rinforzare la reazione
di chi, in queste nazioni, non vuole regimi integralisti islamisti ma un governo dove
la religione abbia un ruolo importante, ma senza dominare la politica. Sempre
che questo movimento egiziano non si trasformi solo in un confronto violento tra le
parti. Sarebbe l’ennesima occasione persa. (Intervista a cura di Fabio Colagrande)