In Italia situazione politica di nuovo in grande fibrillazione dopo la decisione della
Cassazione di fissare al 30 luglio la prima udienza sul processo Mediaset che vede
imputato Silvio Berlusconi. Il Pdl ha imposto lo stop per un giorno ai lavori di Camera
e Senato. Insorge il Movimento 5 Stelle, mentre al Quirinale si svolgeva il programmato
incontro tra Grillo e il capo dello Stato Napolitano. Servizio di Giampiero Guadagni: Doveva essere
il giorno del vertice di maggioranza per sciogliere i nodi Imu e Iva. E invece è stato
il giorno dello stop del Parlamento: Senato e Camera hanno sospeso i lavori accogliendo
la richiesta del Pdl, che protesta contro la decisione della Cassazione di fissare
in tempi rapidissimi, il 30 luglio, la sentenza del processo Mediaset che vede imputato
Berlusconi, condannato in secondo grado a quattro anni di reclusione e a cinque di
interdizione dai pubblici uffici. La Suprema Corte interviene con una nota per respingere
gli attacchi, sottolineando l’obbligo di udienza prima della prescrizione, in questo
caso prevista in agosto. La vicenda ha diviso i partiti al loro interno: il Pdl tra
falchi e colombe sulle sorti del Governo Letta; il Pd tra favorevoli e contrari alla
sospensione dei lavori parlamentari. Una posizione, quella del Pd, che ha provocato
la durissima reazione del Movimento 5 Stelle, con bagarre in aula alla Camera. Il
Governo è inerte, si torni subito al voto, è la richiesta avanzata al capo dello Stato
da Beppe Grillo in un incontro al Quirinale programmato da giorni. Il Movimento 5
Stelle è pronto a lasciare un Parlamento ormai esautorato, ha aggiunto Grillo in una
successiva conferenza stampa al Senato dai toni molto forti.