2013-07-09 15:50:56

Prossimo incontro governo-Osservatorio famiglie. Il Forum: speriamo ci ascoltino


La spesa delle famiglie nel primo trimestre del 2013 è diminuita dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Il reddito disponibile è aumentato nello stesso periodo dello 0,8%, ma è diminuito dello 0,4% nel confronto con il primo trimestre del 2012. A rivelarlo è l’Istat. Al di là però di queste piccole variazioni, il dato certo è che i nuclei familiari in Italia stanno pagando pesantemente le conseguenze della crisi. Al centro dei piani per la crescita i temi del lavoro e delle imprese, molto meno quello della famiglia. Perché? Adriana Masotti lo ha chiesto a Roberto Bolsonaro, vicepresidente del Forum delle Associazioni Familiari:RealAudioMP3

R. – Perché non si parla più di famiglie, ma si parla di lavoro, si parla di altre cose? Perché in fin dei conti, l’ammortizzatore sociale principe, al di là di quello che può essere la cassa integrazione o cose del genere, è la famiglia. Questo 40% di giovani che non trova lavoro, dove vive e con che soldi vive? Con i soldi della famiglia. Allora, nessuno vuole investire sulla famiglia perché, tanto, la famiglia si sta svenando da sola e quindi risorse le dà lo stesso. E’ un ammortizzatore sociale naturale, quindi c’è già, lasciamolo lì, pensiamo ad altro. Sono sempre più convinto che non solo le famiglie prima o poi non ce la faranno più e a allora lì subentrerà davvero la vera crisi. Ma soprattutto i prossimi interventi del governo saranno ancora peggiori, perché non dimentichiamoci che al di là dell’Imu - che si vedrà come andrà a finire - al di là di altre cose, c’è la Tares che andrà a pesare sulla famiglia. Ci sarà di sicuro una revisione dell’Isee che andrà a gravare pesantemente sulla famiglia. Parliamo di 1.000 euro all’anno per nucleo. Dunque, si prendono risorse da questo contenitore che si chiama famiglia e ci si preoccupa di altro. Il contenitore c’è, i soldi li prendiamo. Quando si toccherà il fondo, allora si vedrà.

D. - Quindi, la famiglia è vista come "salvadanaio" per lo Stato…

R. – Sì, la famiglia è il salvadanaio per lo Stato. Mettiamo soldi nel salvadanaio? No. Intanto prendiamoli, poi si vedrà. Questo è il ragionamento.

D. - Il Consiglio dei ministri dovrebbe assegnare entro un paio di settimane la delega per le politiche familiari. Questo che speranze può dare?

R. – Sono stato convocato per il 15 di luglio dall’Osservatorio nazionale per la famiglia del quale faccio parte. Lì vedremo cosa dicono. Sembra che la delega ce l’abbia Letta, per adesso. Speriamo di riuscire a far sentire la nostra voce perché nasca qualcosa di positivo.

D. – Un piccolo segnale di attenzione alle famiglie è arrivato con un aumento delle detrazioni per i figli a carico. Ora, però, si parla di cuneo fiscale, di ridurre il cuneo fiscale, e il Forum chiede al governo di dare un ulteriore segnale, quale?

R. - L’aumento delle detrazioni per figli a carico, che è stato fatto con l’ultima manovra finanziaria, è stato suggerito al parlamento da parte del Forum delle Associazioni Familiari, come primo passo verso l’applicazione del fattore famiglia nella fiscalità generale. Noi chiediamo al governo un secondo passo. Ciò significa pensare di mettere sul piano di lavoro non un intervento sporadico valido, solo per quest’anno, ma un programma a medio termine che porti a regime, fra tre, quattro, cinque anni una fiscalità corretta e soprattutto che sia equa e rispetti i principi costituzionali della capacità contributiva. Tra l’altro, infatti, rimettendo un po’ di soldi in tasca alle famiglie, diamo loro più capacità di spesa con un beneficio generale per tutti.

D. - In poche parole, che cosa c’entra la riduzione del cuneo fiscale con il benessere delle famiglie?

R. – La riduzione del cuneo fiscale si fa in due modi: defiscalizzando o riducendo la fiscalità delle aziende e al contempo riducendo la fiscalità del salario. In questo modo, l’azienda stessa può pagare meno il lavoratore. Però, quest’ultimo non può perdere in busta paga. Allora, se noi facciamo una fiscalità distribuita equamente, tenendo conto di cosa c’è alle spalle del lavoratore, quindi del suo carico familiare, facciamo un’operazione di riduzione della fiscalità del lavoratore che può essere distribuita in un certo modo. Globalmente, il datore di lavoro può dare qualcosa in meno nel reddito lordo al dipendente, ma il dipendente non ci rimette e ci può anche guadagnare qualcosa di più. Questo guadagno, che viene tolto dalla fiscalità del lavoro dipendente, in questo caso, deve essere fatto e distribuito in maniera giusta e corretta. Faccio un esempio: se un operaio, un dipendente pubblico, un dipendente privato, a fine anno si trova con 300-400 euro in meno di tasse da pagare, se vive da solo con quei 400 euro, si fa un super cenone a Capodanno. Se invece uno ha a che fare con tre, quattro persone a carico, con quei 400 euro, a malapena, si compra i pannolini e le cose che servono per mandare avanti i propri figli. Questa è la differenza. Allora se riusciamo a fare qualcosa che si moduli in maniera più corretta, anche a livello fiscale, facciamo un’operazione, prima di tutto di pulizia e di equità e poi andiamo a collaborare alla revisione del cuneo fiscale, che è comunque positivo per l’economia.

Ultimo aggiornamento: 10 luglio







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