Filippine: conclusa la plenaria dei vescovi. Eletto il nuovo presidente
Si sono conclusi lunedì scorso presso il Pope Pius XII Center di Manila i lavori della
seconda Assemblea annuale dei vescovi filippini. Durante i lavori, aperti sabato dal
nunzio mons. Giuseppe Pinto, è stato eletto il nuovo presidente della Conferenza episcopale
(Cbcp). Si tratta di mons. Socrates Villegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupan, che
entrerà in carica a partire dal 1° dicembre prossimo. 52 anni, mons. Villegas è stato
uno dei più stretti collaboratori del compianto card. Jaime Sin, protagonista della
fine del regime del dittatore Ferdinando Marcos nel 1986. Villegas sarà affiancato
da mons. Romulo Valles, nel ruolo di vice-presidente, e da mons John Du al suo secondo
mandato di tesoriere. Numerosi e importanti i temi dibattuti dall’assemblea. A cominciare
dall’attesa sentenza della Corte Suprema sulla controversa Legge sulla salute riproduttiva
(Rh Bill) che ha iniziato ieri l’esame delle eccezioni di incostituzionalità. La legge
– lo ricordiamo – è stata approvata in via definitiva nel dicembre scorso, dopo un
anno di discussioni al Congresso segnate da un duro braccio di ferro con la Chiesa.
I vescovi hanno ribadito la loro ferma opposizione al provvedimento che, pur rifiutando
l'aborto clinico, promuove un discutibile programma di pianificazione familiare per
indurre le coppie a non avere più di due figli, anche incoraggiando la sterilizzazione.
Altri temi all’ordine del giorno sono stati i preparativi del prossimo Congresso Eucaristico
Internazionale, prevista a Cebu nel 2016, e le celebrazioni dell’Anno della Fede
nelle Filippine. Tra le varie iniziative promosse dalla Chiesa locale vi è la consacrazione
del Paese al Cuore Immacolato di Maria celebrata in tutte le diocesi da maggio fino
al prossimo novembre ogni ultimo sabato del mese. I vescovi filippini hanno inoltre
fatto il punto sulle elezioni parlamentari del maggio scorso in cui è stato sperimentato
per la prima volta un nuovo sistema elettronico di voto che dovrebbe garantire una
maggiore trasparenza. Alla prova dei fatti – è stato evidenziato - il nuovo sistema
non si è mostrato all’altezza delle aspettative e quindi capace di contrastare piaghe
endemiche come il voto di scambio e la trasmissione dinastica delle cariche politiche
che continua a garantire a un ristretto numero di famiglie il controllo della vita
politica ed economica del Paese a detrimento del bene comune (si calcola che siano
circa 250 le famiglie più influenti che, nel tempo, hanno gestito il potere nelle
Filippine). Altri temi caldi nella vita politica filippina esaminati durante l’Assemblea
sono stati, infine, il processo di pace nell’isola di Mindanao; la riforma agraria;
la protezione dell’ambiente e l’Apeco, la contestata creazione del porto franco di
Casiguran, che ha danneggiato gli agricoltori, i pescatori e le popolazioni indigene
locali. (A cura di Lisa Zengarini)