2013-07-09 12:14:16

Filippine: conclusa la plenaria dei vescovi. Eletto il nuovo presidente


Si sono conclusi lunedì scorso presso il Pope Pius XII Center di Manila i lavori della seconda Assemblea annuale dei vescovi filippini. Durante i lavori, aperti sabato dal nunzio mons. Giuseppe Pinto, è stato eletto il nuovo presidente della Conferenza episcopale (Cbcp). Si tratta di mons. Socrates Villegas, arcivescovo di Lingayen-Dagupan, che entrerà in carica a partire dal 1° dicembre prossimo. 52 anni, mons. Villegas è stato uno dei più stretti collaboratori del compianto card. Jaime Sin, protagonista della fine del regime del dittatore Ferdinando Marcos nel 1986. Villegas sarà affiancato da mons. Romulo Valles, nel ruolo di vice-presidente, e da mons John Du al suo secondo mandato di tesoriere. Numerosi e importanti i temi dibattuti dall’assemblea. A cominciare dall’attesa sentenza della Corte Suprema sulla controversa Legge sulla salute riproduttiva (Rh Bill) che ha iniziato ieri l’esame delle eccezioni di incostituzionalità. La legge – lo ricordiamo – è stata approvata in via definitiva nel dicembre scorso, dopo un anno di discussioni al Congresso segnate da un duro braccio di ferro con la Chiesa. I vescovi hanno ribadito la loro ferma opposizione al provvedimento che, pur rifiutando l'aborto clinico, promuove un discutibile programma di pianificazione familiare per indurre le coppie a non avere più di due figli, anche incoraggiando la sterilizzazione. Altri temi all’ordine del giorno sono stati i preparativi del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale, prevista a Cebu nel 2016, e le celebrazioni dell’Anno della Fede nelle Filippine. Tra le varie iniziative promosse dalla Chiesa locale vi è la consacrazione del Paese al Cuore Immacolato di Maria celebrata in tutte le diocesi da maggio fino al prossimo novembre ogni ultimo sabato del mese. I vescovi filippini hanno inoltre fatto il punto sulle elezioni parlamentari del maggio scorso in cui è stato sperimentato per la prima volta un nuovo sistema elettronico di voto che dovrebbe garantire una maggiore trasparenza. Alla prova dei fatti – è stato evidenziato - il nuovo sistema non si è mostrato all’altezza delle aspettative e quindi capace di contrastare piaghe endemiche come il voto di scambio e la trasmissione dinastica delle cariche politiche che continua a garantire a un ristretto numero di famiglie il controllo della vita politica ed economica del Paese a detrimento del bene comune (si calcola che siano circa 250 le famiglie più influenti che, nel tempo, hanno gestito il potere nelle Filippine). Altri temi caldi nella vita politica filippina esaminati durante l’Assemblea sono stati, infine, il processo di pace nell’isola di Mindanao; la riforma agraria; la protezione dell’ambiente e l’Apeco, la contestata creazione del porto franco di Casiguran, che ha danneggiato gli agricoltori, i pescatori e le popolazioni indigene locali. (A cura di Lisa Zengarini)







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