Lampedusa: la gioia dei militari per la visita del Papa. Mons. Pelvi: "da loro i primi
aiuti agli immigrati"
La visita del Papa a Lampedusa è stata vissuta con gioia anche dai militari presenti
sull'isola. Sono loro ad avere un primo contatto con gli immigrati che arrivano dopo
viaggi drammatici ed estenuanti; sono loro che li soccorrono ed ascoltano le parole
di dolore e speranza di chi è riuscito a raggiungere questo avamposto d'Europa. Luca
Collodi ha intervistato mons. Vincenzo Pelvi, Ordinario Militare per l'Italia:
R. – I militari
italiani sono uomini ricchi di accoglienza. Anche in un periodo in cui la sensibilità
andava nella direzione del respingere i barconi, di allontanare le persone, anche
allora i nostri militari sono stati coraggiosi protagonisti dell’amore alla vita,
perché mai hanno pensato – e queste sono le confidenze che ho ricevuto da loro – di
allontanare coloro che sono fratelli, coloro che sono persone, coloro che sono per
i nostri militari segno dell’amore di Dio, immagine di Dio. Ora, anche i barconi che
sono lì in riva, in tanti posti di Lampedusa, stanno diventando come un messaggio
di speranza. Guardando, infatti, questi barconi nasce veramente nel cuore l’attenzione
ai fratelli bisognosi.
D. – Il parroco di Lampedusa è stato nominato da lei
come sacerdote e collaboratore dell’Ordinariato militare, proprio per sottolineare
importanza del ruolo dei militari nel campo dell’accoglienza dei profughi...
R.
– Sì, ma anche perché il parroco, vivendo giorno e notte lì sull’isola, ha creato
una sinergia tra i suoi parrocchiani, il figliame della parrocchia e i militari, che
pur vivendo in uno spazio militare frequentano, però, la parrocchia; sono nel circuito
delle attività pastorali del posto. Nessuno, infatti, a Lampedusa può lavorare da
solo: si lavora insieme e l’isola è veramente una grande famiglia. Rassomiglia – direi
– ad un grembo, che può generare semi di resurrezione, può dare tanto coraggio e fiducia
per un domani dell’unione, dell’unità dei popoli.