India. La comunità cristiana critica la legge sulla sicurezza alimentare: troppe
lacune
Rivedere il testo di legge secondo un processo di consultazione dal basso, per adottare
un decreto che sia realmente utile a garantire la sicurezza alimentare. Questa la
richiesta che la comunità cristiana dell’India, riunita nella campagna “Diritto al
cibo”, fa in merito al progetto di legge sulla sicurezza alimentare denominato “Food
security Bill”, che il Parlamento federale vorrebbe approvare senza troppe discussioni.
Secondo le critiche, infatti, il testo, che prevede di distribuire 5 kg di cereali
a persona ogni mese ad un prezzo calmierato e pasti gratuiti a donne incinta o in
allattamento e ai bambini dai 6 mesi ai14 anni, presenterebbe molte lacune, a partire
dal quantitativo pro capite dei cereali, esiguo in quanto ammonta a 166 g giornalieri.
“Un tema come questo che tocca milioni di persone nel nostro Paese – dichiara il gesuita
padre Jothi, uno dei leader della campagna sulla sicurezza alimentare, attiva dal
2009 – richiede un dibattito profondo in Parlamento”. Tra i temi che si suggerisce
di considerare nella legge, riporta la Fides, ci sono i problemi degli agricoltori
la cui attività è priva di sostegni dall’alto, quando circa il 60% della popolazione
indiana dipende solo dalla propria sussistenza. Inoltre il testo discrimina le madri
che hanno più di due figli, escludendole dai benefici previsti, e non prevede la possibilità
d’interventi immediati in caso di emergenze derivanti da calamità naturali o disastri.
(R.B.)