Nastri d'argento a Taormina: appello per rivitalizzare il Cinema italiano
In una piacevole serata al Teatro Antico di Taormina condotta da Laura Delli Colli
sono stati assegnati i Nastri d’Argento, i riconoscimenti dei giornalisti cinematografici
italiani. Jasmine Trinca e Aniello Arena, Verdone e Ferilli, Tornatore con Morricone:
tanti volti noti e giovani promesse sono saliti sul palco e in coro hanno chiesto
il riconoscimento del loro settore come vitale per la cultura di un Paese. Il servizio
di Luca Pellegrini.
Nell’anno incerto
del Cinema italiano, potrebbero essere i Nastri che ne segnano la ripartenza. Prima
ancora che con le scelte fatte dai giornalisti italiani, che hanno confermato i titoli
di maggior successo, gli autori e gli attori più amati, con l’appello che questi hanno
lanciato affinché uno stato distratto e insensibile intervenga al più presto in difesa
della produzione e del futuro di un settore artistico come quelle del Cinema, vitale
per l’industria e la cultura di una nazione. Ma la festa a Taormina è stata anche
occasione per applaudire chi il Cinema lo ha fatto con grandi risultati artistici
nel corso della passata stagione, riconoscendone l’impegno nell’affrontare personaggi
problematici, magari del tutto estranei alla loro immagine tradizionale, come Carlo
Verdone, che si è immerso nella Grande bellezza di Sorrentino con drammatica
inquietudine, aggiudicandosi il Nastro per il migliore attore non protagonista. Che
così ha commentato.
“É stata un’esperienza molto singolare, perché era la
mia prima incursione in un territorio diverso dalla commedia, con un film drammatico.
Però, questa umanità del personaggio, privo di cinismo rispetto agli altri del film,
mi ha aiutato molto perché mi sono avvicinato a certe tonalità che avevo usato anche
in altri film. Quindi questo personaggio dello sconfitto è un po’ presente anche in
tanti altri miei film, in tante sequenze; mi viene in mente, Al lupo! Al
lupo, Iris Blond, Compagni di scuola
… insomma, c’è sempre stata un po’ questa vena di malinconia - sconfitta da parte
mia. Però, chiaramente questo è un film metafisico, visionario, un bellissimo affresco
su Roma che è una grande scenografia. Quindi io l’ho presa in una maniera molto seria
anche perché Roma è la mia città, quindi ci tenevo molto a fare una bella cosa, anche
per Paolo che credeva in me”.
Al suo fianco, per lo stesso film e categoria,
Sabrina Ferilli, che combatte per ridare un senso perduto alla vita. Jasmine Trinca
è la migliore attrice protagonista: con Giorgio Diritti in Un giorno devi andare
è una tormentata ragazza che cerca conforto nella carità, scoprendo che basta un sorriso
per far felice chi non ha nulla e ricevere molto in cambio. Ma in Miele, il
debutto alla regia di Valeria Golino - che ottiene il Nastro come regista esordiente
- dona, invece, la morte a chi si trova nel mare del dolore fisico, attraverso il
suicidio assistito, nella confusa deriva etica di chi non sa più distinguere i confini
tra bene e male, Dio e uomo. Fino a una drammatica, irreversibile presa di coscienza.
Anche Aniello Arena, condannato all’ergastolo, è un segnale. Questa volta di riscatto
e umana civiltà. Ha calcato il set di Reality di Garrone con un protagonista
specchio di un’Italia confusa, velleitaria e immiserita, lavorando al film con una
tale pertinenza da valergli il Nastro come migliore attore. Maria Sole Tognazzi ha
diretto la commedia Viaggio sola, vincendo per questa categoria, un film con
un messaggio positivo, che parla di donne sole ma felici, autonome e solide. Tornatore
fa nuova incetta dopo i David: è il miglior regista con La miglior offerta
che ottiene in tutto sei riconoscimenti.