Il Papa all’Angelus: non abbiate paura della gioia che porta Dio nella vita. Le voci
dei giovani in partenza per la Gmg di Rio
Ieri mattina dopo la Messa nella Basilica vaticana, il Papa ha voluto condividere
con i fedeli raccolti in Piazza San Pietro per la recita dell’Angelus la gioia di
avere accolto a Roma il pellegrinaggio dei seminaristi, novizi e novizie nell’Anno
della fede. Ha poi offerto a tutto il Popolo di Dio l’ultima Enciclica Lumen Fidei,
perché sia occasione di riflessione e confronto con le problematiche del mondo odierno.
Quindi l’appuntamento ai giovani a Rio de Janeiro. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Perché l’Amore
di Cristo maturi sempre più nella loro vita”. Ha chiesto il Papa a tutti i fedeli
di pregare per i giovani in cammino vocazionale, “perché diventino veri missionari
del regno di Dio”. Ispirato dal Vangelo domenicale Francesco ha ricordato che “Gesù
non è un missionario isolato” “ma coinvolge i suoi discepoli”.
“Questo
è molto bello! Gesù non vuole agire da solo, è venuto a portare nel mondo l’amore
di Dio e vuole diffonderlo con lo stile della comunione, con lo stile della fraternità”.
Per questo forma subito una comunità missionaria di discepoli.
"Subito
li allena alla missione, ad andare. Ma attenzione: lo scopo non è socializzare, passare
il tempo insieme, no, lo scopo è annunciare il Regno di Dio, e questo è urgente!,
e anche oggi è urgente! Non c’è tempo da perdere in chiacchiere, non bisogna aspettare
il consenso di tutti, bisogna andare e annunciare. A tutti si porta la pace di Cristo,
e se non la accolgono, si va avanti uguale".
“Quanti missionari “seminano
vita salute, conforto alle periferie del mondo”, ha esclamato il Papa
“Che
bello è questo, non vivere per se stesso, non vivere per se stessa, ma vivere per
andare a fare del bene!”
Poi rivolto alle migliaia di giovani presenti
in piazza san Pietro:
"Voi siete coraggiosi per questo, avete coraggio di
sentire la voce di Gesù? E’ bello essere missionari!... Ah, siete bravi, mi piace
questo!”
I discepoli di Gesù – ha chiarito il Papa - non rappresentano
solo i ministri ordinati, i presbiteri e diaconi ma anche i catechisti e i fedeli
laici impegnati con i malati o gli emarginati ma “sempre come missionari del Vangelo”.
E se Gesù dà ai suoi discepoli “la forza di sconfiggere il maligno”, questa è opera
sua.
“Non dobbiamo vantarci come se fossimo noi i protagonisti: protagonista
è uno solo, è il Signore! Protagonista è la grazia del Signore! Lui è l'unico protagonista!
E la nostra gioia è solo questa: essere suoi discepoli, suoi amici. Ci aiuti la Madonna
ed essere buoni operai del Vangelo".
Quindi il richiamo a non avere paura
di essere gioiosi nell’accogliere il Signore:
“Non abbiate paura della gioia.
Gioia e coraggio!”
Dopo la preghiera mariana, Francesco ha affidato a Maria
la Lettera Enciclica Lumen Fidei, iniziata da Benedetto XVI, a seguire quelle sulla
carità e sulla speranza. Un testo, ha detto, che “può essere utile anche a chi è alla
ricerca di Dio e del senso della vita”.
"Io ho raccolto questo bel lavoro
e l’ho portato a termine. Lo offro con gioia a tutto il Popolo di Dio: tutti infatti,
specialmente oggi, abbiamo bisogno di andare all’essenziale della fede cristiana,
di approfondirla, e di confrontarla con le problematiche attuali".
Infine
i saluti, in particolare alle Suore Rosminiane e Francescane Angeline riunite per
il Capitolo generale e ai giovani della diocesi di Roma in partenza per la GMG a Rio
de Janeiro in Brasile.
“Cari giovani, anch’io mi sto preparando! Camminiamo
insieme verso questa grande festa della fede; la Madonna ci accompagni e ci troveremo
laggiù”.
E ascoltiamo le voci dei giovani in piazza, raccolte da Marina
Tomarro:
R. - È sicuramente
un momento da condividere con tutti gli altri giovani che saranno presenti. È un momento
di fede per ricaricare un po’ le batterie, per vivere un momento intenso con il Papa
e portarlo a casa nelle quotidianità e nella vita di ogni giorno.
R. - Per
me partire per Rio è assolutamente un’esperienza grandissima. Non è il mio primo pellegrinaggio;
andare fino in Brasile e dare una testimonianza del fatto che c’è una Chiesa viva.
R.
- Io vado con la gioia, con la paura perché giustamente molte cose saranno improvvisate.
Sperimenteremo la provvidenza di Dio!
R. - Per me vuol dire incontrare tantissimi
altri giovani di tanti altri Paesi, condividere la mia fede e un’esperienza che non
so come sarà, ma che sarà sicuramente entusiasmante e bella. Non vedo l’ora!
D.
- C’è una frase di Papa Francesco che porterai con te per questo viaggio?
R.
- Essere testimoni gioiosi di Cristo.
R. - Mi sono rimaste nel cuore le parole
di Papa Francesco di oggi, quando parlava della tenerezza e del fatto che Dio ci vuole
bene come una madre al proprio figlio. Questa sarà una bellissima esperienza, anche
perché riunisce tutti quanti sotto l’amore che può farci fratelli.
R. - Mi
ha colpito molto quando Papa Francesco ha detto: “Bisogna essere uomini e donne di
preghiera”. Questo è quello che mi porto, la gioia di stare insieme, la tenerezza
e la forza di andare contro corrente.
E insieme ai ragazzi c’era anche il vescovo
ausiliare Lorenzo Leuzzi, delegato per la Pastorale Universitaria diocesana e
don Maurizio Mirilli direttore della Pastorale Giovanile Ascoltiamo i loro
commenti.
R. - Vogliamo oggi iniziare il nostro cammino verso Rio ascoltando
le parole del Papa ma soprattutto ricevendo da lui la sua benedizione perché ormai
siamo vicini e soprattutto per preparare gli ultimi giorni a questa esperienza che
sono certo darà ai giovani romani quella dimensione di condivisione del ministero
del Papa ma anche e soprattutto di servizio con noi verso le nuove generazioni. Io
sono certo che i giovani che parteciperanno a Rio porteranno a Roma quella dimensione
e quello spirito missionario che è proprio della diocesi di Roma ma che in questo
tempo tanti giovani stanno scoprendo proprio a partire da questa esperienza che vivranno
a Rio de Janeiro.
R. - Vuol dire avere fiducia nel Signore, nel senso che si
parte, si va dall’altra parte del mondo. Avere fiducia nel fatto che ci sarà qualcuno
che ci ospiterà, che si preoccuperà di accoglierci, significa avere la speranza di
incontrare giovani da tutte le parti del mondo che condividono la stessa fede. Avere
la gioia di pregare insieme e di ritrovarsi con il Santo Padre, il nostro vescovo,
che per una settimana condivideremo, in qualche maniera, con i giovani di altre parti
del mondo perché lui è il vescovo di tutti, non è solo quello dei romani.