Egitto: migliaia di sostenitori pro e contro Morsi ancora in piazza con l’esercito
che chiude i varchi di accesso al Cairo per evitare nuovi scontri ma le forze di sicurezza
avrebbero compiuto anche un blitz nella sede della tv araba di Al Jazeera. Sul fronte
politico è stallo sulla nomina di El Baradei a premier ad interim, osteggiata dai
Fratelli Musulmani. Il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama ribadisce il no alle
violenze e precisa: non sosteniamo nessun gruppo o schieramento. Il servizio di Cecilia
Seppia:
Come avevano
annunciato, islamisti e Fratelli Musulmani sono tornati a riempire le piazze egiziane:
massima affluenza ancora a Tahrir, al Cairo dove fin dalle prime luci dell’alba anche
i sostenitori delle forze laiche e militari, guidati dal movimento dei Ribelli Tamarod
hanno cominciato a radunarsi. L’esercito in via precauzionale ha chiuso i varchi di
accesso alla capitale soprattutto nel settore orientale; poi il blitz dei militari
alla sede di Al Jazeera dove il capo redattore è stato arrestato e rilasciato dopo
l’interrogatorio. Resta alta l’allerta anche nel Sinai colpito nella notte da una
fortissima esplosione al gasdotto che trasporta il combustibile verso la Giordania.
Ad accrescere la tensione anche l’incertezza sulla nomina del capo del governo. Ieri
l’incarico al leader dell’opposizione El Baradei sembrava praticamente certo, poi
lo stop dopo le durissime proteste dei principali partiti islamici, che lo ritengono
troppo vicino agli Stati Uniti. E mentre il presidente provvisorio Mansour sta valutando
diverse opzioni, la Casa Bianca fa sapere di non sostenere nessun gruppo o schieramento,
ma di essere preoccupata per la polarizzazione politica di cui è ostaggio il Paese.
Dello stesso avviso la Russia, secondo cui inoltre in Egitto si rischia la guerra
civile.