Sudan: dopo giorni di scontri, torna la calma in Darfur
Sembra essere tornata la calma a Nyala, nella regione sudanese del Darfur, dove nei
giorni scorsi si sono verificati scontri tra l’esercito, i ribelli e alcune tribù
rivali che hanno causato, tra l’altro, l’uccisione di almeno cinque persone, tra cui
un operatore umanitario, e il ferimento di altri tre nel corso di una sparatoria avvenuta
in città. I fatti hanno scatenato il panico a Nyala, dove tutti i negozi sono rimasti
chiusi e dove le autorità hanno imposto il coprifuoco notturno, esteso poi all’intera
area meridionale della regione. Secondo fonti dell’agenzia Misna che vogliono restare
anonime, la miccia che ha innescato le violenze è stata l’uccisione di Mohammed Abdullah
Sharara, soprannominato Dekron, un esponente della tribù araba dei Rizeigat, ritenuto
organizzatore di diversi sequestri e a capo di un giro di ricettazione di auto. Per
motivi di sicurezza, un volo da Khartoum a Nyala è stato cancellato e anche il personale
dell’Onu si è spostato in un bunker. La città, inoltre, è circondata da campi profughi
stracolmi come quello di Saraf, dal quale negli ultimi giorni sono arrivate oltre
mille famiglie in fuga da altre località dove si stanno verificando scontri. Secondo
le stime delle Nazioni Unite, nei primi mesi di quest’anno sono state 300 mila le
persone costrette dalle violenze a lasciare i propri villaggi d’origine. Il Darfur,
abitato in maggioranza da popolazioni non arabe, è stato dilaniato da un conflitto
civile che ha provocato migliaia di vittime e di sfollati tra il 2003 e il 2007, ma
ancora oggi stenta a trovare tranquillità. (R.B.)