Sciolto il Parlamento in Egitto. Trenta morti negli scontri tra pro e contro il deposto
presidente Morsi
L' Egitto ieri ha vissuto il primo venerdì di preghiera dopo la deposizione del presidente
Morsi. I Fratelli Musulmani sono scesi in piazza nelle principali città del Paese;
in molti casi le proteste sono sfociate in violenza. Ed il bilancio della giornata
è drammatico: una trentina i morti e centinaia i feriti. Dal Cairo, ci riferisce Giuseppe
Acconcia:
Una notte sanguinosa.
Gli islamisti hanno fatto appello a mantenere la mobilitazione in difesa di Morsi.
Le violenze tra sostenitori e oppositori del deposto presidente hanno causato oltre
30 morti. I Fratelli musulmani hanno manifestato in luoghi simbolici nelle principali
città egiziane. Al Cairo intorno alla moschea Rabaa el Adaweya di Medinat Nassr e
all’ingresso del palazzo della Guardia presidenziale ad Heliopolis dove l’ex presidente
sarebbe agli arresti. Tre pro Morsi sono stati uccisi mentre marciavano verso il palazzo
in circostanze da accertare. «Non riconosciamo Mansour come presidente e lotteremo
per difendere Morsi», ha dichiarato Jihad Al-Haddad, vice di Khairat al Shater, leader
carismatico della Fratellanza arrestato ieri. La Guida suprema Mohammed Badie era
invece presente alle manifestazioni. Badie ha criticato la decisione del papa copto
Tawadros II di sedere al tavolo negoziale con le opposizioni. A Luxor sono proseguiti
nella giornata scontri settari che hanno causato un morto, mentre 23 case di cristiani
sono state bruciate. Gruppi armati vicini al deposto presidente egiziano Morsi hanno
attaccato la sede del governatorato di El-Arish nel Sinai. L’esercito egiziano ha
imposto il coprifuoco. Nel pomeriggio di ieri, il nuovo presidente Adly Mansour aveva
sciolto il parlamento. Mentre nei cieli del Cairo volavano aerei dell’aeronautica
militare.