2013-07-06 12:25:24

Necessaria meno burocrazia per i beni confiscati alla mafia


Sono quasi 13 mila in Italia i beni confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di immobili e aziende che l’agenzia creata per la gestione sta cercando di riconvertire in iniziative utili socialmente. Ma non di rado la burocrazia rallenta tutto. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

E’ dal 2010 che l’Agenzia per i Beni confiscati gestisce i patrimoni sequestrati ai mafiosi. Tanti i progetti positivi avviati, come dice Davide Pati di Libera:

“Penso, ad esempio, alle cooperative che coltivano i terreni confiscati ai boss di Cosa Nostra, di ‘Ndrangheta, di Camorra e di Sacra Corona Unita”.Ma la burocrazia ci si può mettere di mezzo. Degli 11mila beni immobili gestiti dall’agenzia, quelli realmente consegnati agli enti locali per attività sul territorio sono meno di 6 mila. Le aziende uscite dalla gestione sono 500 sulle 1700 circa sequestrate alla criminalità. L’Agenzia chiede un rafforzamento del personale, ora vi lavorano una trentina di persone, ma servono, professionisti, esperti negli investimenti. E poi bisognerebbe migliorare la normativa. Ancora Pati:
“I vari passaggi amministrativi, che riguardano il coinvolgimento di più soggetti – sindaci, enti locali, prefetture, agenzia del demanio, agenzia nazionale – non facilitano la velocizzazione del procedimento”.
Troppo spesso le ipoteche che gravano sugli immobili impediscono una pronta utilizzazione e le aziende una volta dei mafiosi spesso sono a rischio fallimento perché saltano commesse e fidi bancari. Perché non affidare queste imprese a giovani imprenditori o a cooperative?







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