Pellegrinaggio a Roma dei giovani seminaristi, novizi e novizie di tutto il mondo
Iniziato giovedì a Roma il pellegrinaggio di seminaristi, novizi e novizie, promosso
dal Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione in occasione dell’Anno della
Fede. All’evento, intitolato “Mi fido di Te”, partecipano giovani uomini e donne provenienti
da tutto il mondo, che oggi incontreranno Papa Francesco e domani parteciperanno alla
Santa Messa presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Pietro. Roberta Barbi
ha raccolto alcune delle loro testimonianze:
Sono in centinaia,
vengono da tutto il mondo e in comune hanno l’aver risposto alla chiamata di Cristo
e la voglia di testimoniare con gioia il grande valore del servizio nella Chiesa per
la nuova evangelizzazione. Sono i seminaristi, i novizi e le novizie che partecipano
al pellegrinaggio che prende il via oggi con la visita alla Tomba dell’Apostolo Pietro.
Il titolo scelto per l’evento è “Mi fido di Te”, ma cosa significa per un giovane
che ha intrapreso il cammino vocazionale, affidarsi al Signore? Ci risponde Francesco
Abate, 23 anni, seminarista a Catania:
“Il presupposto è la condizione
di ogni cammino cristiano, in vista del Battesimo, ma per un seminarista è un’espressione
ancora più forte che caratterizza appunto la propria esistenza”.
Nel corso
del pellegrinaggio che si concluderà con la Messa del Papa domenica 7 luglio, i partecipanti
avranno modo di approfondire la loro relazione con Cristo, ma anche di scambiarsi
testimonianze attraverso il racconto delle diverse esperienze. Queste le aspettative
di Francesco:
“A Roma c’è la tomba di Pietro e questa sera faremo appunto
il pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo, con la Professio fidei.
È un grande segno di comunione di tutti noi seminaristi con il Papa, con il vescovo
di Roma e pastore della Chiesa. È un grande segno di comunione e di incoraggiamento”.
Il
momento più importante e atteso dell’iniziativa è certamente rappresentato dall’incontro
con il Papa e dalla partecipazione alla Messa nella Basilica di San Pietro. Antonio
Sanfilippo, altro seminarista siciliano di 23 anni, racconta l’emozione dell’attesa
e spiega cosa significa per chi viene da lontano trovarsi a Roma così vicini al Papa:
“E’
la prima volta che partecipo alla Messa di Papa Francesco. In quanto vescovo di Roma,
e quindi successore di Pietro, credo sia un’esperienza bellissima. Posso, infatti,
toccare con mano quello che il Signore ha lasciato alla Chiesa: la successione degli
apostoli e, per mezzo suo, la sua presenza tra di noi”.
L’incontro con
Papa Francesco offrirà ai partecipanti molti spunti di riflessione per il loro percorso
vocazionale personale. Daniel Ienciu, 30 anni, seminarista romeno della diocesi
svizzera di Lugano, ci spiega cosa significa essere sacerdote nel mondo di oggi:
“Certamente
essere la voce, il cuore, le mani di Cristo, in un mondo che come ben sappiamo si
sta confrontando con varie sfide. Papa Francesco ci chiede di essere padri e quindi
di esercitare quella paternità che è scritta nel cuore di ogni uomo. Questa paternità
pastorale e spirituale è dare vita a coloro che soffrono e luce a coloro che non vedono”.