Sud Sudan: è entrata nel vivo la Settimana per la pace
“La guerra civile ha lasciato ferite profonde e per una riconciliazione vera ci vorranno
anni”: lo dice all'agenzia Misna padre Fernando Colombo, amministratore apostolico
della diocesi di Rumbek, a pochi giorni dalla Settimana di preghiera organizzata per
promuovere la pace in Sud Sudan. L’iniziativa è parte di un programma di incontri
e momenti di riflessione avviato lunedì da un comitato costituito dal governo, alla
guida del quale figurano esponenti di spicco delle Chiese locali. Oggi il presidente
e il vice-presidente dell’organismo, rispettivamente l’arcivescovo anglicano Daniel
Deng e il vescovo emerito di Torit, mons. Paride Taban, hanno pregato insieme con
il capo dello Stato Salva Kiir. Nei prossimi giorni, si terranno assemblee e dibattiti
in tutte e dieci le regioni del Sud Sudan. “Sulla base dell’esperienza maturata in
Sudafrica dopo la fine dell’apartheid - sottolinea padre Colombo – si cercherà di
sanare le memorie del passato”. Il riferimento è alla Seconda guerra civile del Sudan
(1983-2005), un conflitto che ha lasciato “ferite profonde” e rancori non sopiti.
Secondo l’amministratore apostolico di Rumbek, è da questa esperienza dolorosa che
bisognerà ripartire. “Per riappacificare e riunire – dice padre Colombo – è fondamentale
che a tutte le vittime sia data la possibilità di esprimersi; e perché questo accada
saranno necessari anni”. La giornata nazionale di preghiera sarà celebrata lunedì
prossimo, alla vigilia del secondo anniversario dell’indipendenza del Sud Sudan da
Khartoum. La fine dei conflitti interni, insieme con lo sviluppo economico e sociale,
è la sfida principale che il nuovo Stato deve affrontare. In Sud Sudan vivono più
di 60 gruppi etnici e più volte, anche dopo la proclamazione dell’indipendenza, i
conflitti per le risorse naturali sono sfociati in contrapposizioni di carattere comunitario.
Contrapposizioni, sottolinea padre Colombo, le cui radici affondano spesso nella guerra
civile. (R.P.)