Polonia: iniziativa per cancellare la legge sull'aborto eugenico
“Il 90% degli aborti che vengono legalmente effettuati in Polonia sono giustificati
con le presunte malformazioni o gravi malattie del feto”. Lo afferma Mariusz Dzierzawski,
uno dei promotori dell’iniziativa che vuole cancellare dalla legge vigente in Polonia
l’ammissibilità dell’aborto eugenico. L’associazione “Per il diritto alla vita” in
meno di tre mesi ha raggiunto oltre 100mila adesioni, raccogliendo il numero sufficiente
di firme per deporre al Parlamento la mozione volta a cambiare la legislazione vigente.
L’iniziativa - riferisce l'agenzia Sir - è partita il 21 marzo scorso in concomitanza
con la Giornata mondiale dedicata ai bambini con la sindrome di Down. Nell’ottobre
scorso il Parlamento aveva respinto un simile progetto di modifica della legge sull’aborto
presentato da un gruppo di deputati. Secondo i dati ufficiali dal 1997 - e cioè dall’entrata
in vigore dell’attuale normativa che permette l’interruzione della gravidanza in caso
di pericolo di vita della donna, di malattia o malformazione del feto e fino alla
dodicesima settimana di gestazione nei casi di abusi -, il numero di aborti in Polonia
non supera ufficialmente alcune centinaia. Le organizzazioni pro-life tuttavia stimano
che gli aborti praticati sul territorio nazionale possano arrivare anche a 15mila,
mentre le associazioni femministe lo valutano come vicino a 100mila. Si stima che
il 15% degli aborti viene praticato all’estero. L’episcopato polacco fermamente deciso
a difendere la vita e la dignità umana, si è sempre espresso con grande risolutezza
contro l’aborto. Dal 1° luglio, nonostante la totale assenza delle normative in materia,
è diventato operativo il programma governativo di finanziamento con fondi pubblici
delle procedure di fecondazione assistita; i vescovi con un comunicato hanno ricordato
che “le ricerche scientifiche confermano, nei bambini concepiti con il metodo di fecondazione
assistita”. Il gruppo di esperti costituito presso la Conferenza episcopale polacca
sottolinea che “la ricorrenza degli effetti genetici indesiderati per la salute nei
casi di fecondazione in vitro trova la conferma nelle ricerche cliniche e nelle sperimentazioni
su modelli biologici”. Al comunicato è allegato l’elenco di oltre 30 pubblicazioni
a carattere scientifico che danno conferma di quanto asserito. Mons. Henryk Hoser,
presidente del gruppo, ha più volte ricordato che “la selezione degli embrioni è parte
integrante delle procedure di fecondazione assistita”. (R.P.)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LVII no. 184