Il Papa nella Festa di San Tommaso: Dio si incontra baciando le piaghe di Gesù nei
fratelli più deboli
Per incontrare il Dio vivo è necessario baciare con tenerezza le piaghe di Gesù nei
nostri fratelli affamati, poveri, malati, carcerati: è quanto ha detto mercoledì mattina
il Papa nella Messa a “Santa Marta” commentando il Vangelo proposto dalla liturgia
nella Festa di San Tommaso Apostolo. Erano presenti sacerdoti e collaboratori del
Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso guidati dal cardinale Jean-Louis
Tauran, presidente del dicastero. Il servizio di Sergio Centofanti:
Gesù, dopo la
Resurrezione, appare agli apostoli, ma Tommaso non c’è: “Ha voluto che aspettasse
una settimana – ha spiegato Papa Francesco - Il Signore sa perché fa le cose. E a
ciascuno di noi dà il tempo che lui crede che sia meglio per noi. A Tommaso ha concesso
una settimana”. Gesù si rivela con le sue piaghe: “Tutto il suo corpo era pulito,
bellissimo, pieno di luce – sottolinea il Pontefice - ma le piaghe c’erano e ci sono
ancora” e quando il Signore verrà, alla fine del mondo, “ci farà vedere le sue piaghe”.
Tommaso per credere voleva mettere le sue dita in quelle piaghe:
“Era
un testardo. Ma, il Signore ha voluto proprio un testardo per farci capire una cosa
più grande. Tommaso ha visto il Signore, è stato invitato a mettere il suo dito nella
piaga dei chiodi; mettere la mano sul fianco e non ha detto: ‘E’ vero: il Signore
è risorto!’. No! E’ andato più oltre. Ha detto: ‘Dio!’. Il primo dei discepoli che
fa la confessione della divinità di Cristo, dopo la Resurrezione. E ha adorato”.
“E così – prosegue il Papa - si capisce qual era l’intenzione del Signore
nel farlo aspettare: prendere anche la sua incredulità per portarla non all’affermazione
della Resurrezione, ma all’affermazione della sua divinità”. Il “cammino per l’incontro
con Gesù-Dio – ha sottolineato - sono le sue piaghe. Non ce n’è un altro”:
“Nella
storia della Chiesa ci sono stati alcuni sbagli nel cammino verso Dio. Alcuni hanno
creduto che il Dio vivente, il Dio dei cristiani noi possiamo trovarlo per il cammino
della meditazione, e andare più alto nella meditazione. Quello è pericoloso, eh? Quanti
si perdono in quel cammino e non arrivano. Arrivano sì, forse, alla conoscenza di
Dio, ma non di Gesù Cristo, Figlio di Dio, seconda Persona della Trinità. A quello
non ci arrivano. E’ il cammino degli gnostici, no? Sono buoni, lavorano, quello, ma
non è il cammino giusto. E’ molto complicato e non ti porta a buon porto”.
“Altri
– ha spiegato il Papa - hanno pensato che per arrivare a Dio dobbiamo essere noi mortificati,
austeri, e hanno scelto la strada della penitenza: soltanto la penitenza, il digiuno.
E neppure questi sono arrivati al Dio vivo, a Gesù Cristo Dio vivo. Sono i pelagiani,
che credono che con il loro sforzo possono arrivare”. Ma Gesù ci dice che il cammino
per incontrarlo è quello di trovare le sue piaghe:
“E le piaghe di Gesù
tu le trovi facendo le opere di misericordia, dando al corpo - al corpo - e anche
all’anima, ma al corpo – sottolineo – del tuo fratello piagato, perché ha fame, perché
ha sete, perché è nudo, perché è umiliato, perché è schiavo, perché è in carcere,
perché è in ospedale. Quelle sono le piaghe di Gesù oggi. E Gesù ci chiede di fare
un atto di fede, a Lui, ma tramite queste piaghe. ‘Ah, benissimo! Facciamo una fondazione
per aiutare tutti quelli e facciamo tante cose buone per aiutarli’. Quello è importante,
ma se noi rimaniamo su questo piano, saremo soltanto filantropici. Dobbiamo toccare
le piaghe di Gesù, dobbiamo carezzare le piaghe di Gesù, dobbiamo curare le piaghe
di Gesù con tenerezza, dobbiamo baciare le piaghe di Gesù, e questo letteralmente.
Pensiamo, cosa è successo a San Francesco, quando ha abbracciato il lebbroso? Lo stesso
che a Tommaso: la sua vita è cambiata!”.
Per toccare il Dio vivo – ha affermato
il Papa – non serve “fare un corso di aggiornamento” ma entrare nelle piaghe di Gesù
e per questo “è sufficiente uscire per la strada”. Chiediamo a San Tommaso – ha concluso
- la grazia di avere il coraggio di entrare nelle piaghe di Gesù con la nostra tenerezza
e sicuramente avremo la grazia di adorare il Dio vivo”.