2013-07-03 13:16:40

Farmindustria: la vita si allunga grazie a nuovi farmaci, corretti stili di vita e progressi della medicina


Dal 1951 ricerca, nuovi farmaci, corretti stili di vita e progressi della medicina hanno contribuito ad aumentare l’aspettativa di vita di 3 mesi ogni anno. Sei ore al giorno, quindici secondi al minuto. Un risultato importantissimo diffuso durante l’assemblea pubblica di Farmindustria, svoltasi a Roma. Un’occasione per fare il punto sulle sfide e sulle difficoltà che vive oggi il comparte farmaceutico. Salvatore Sabatino ha intervistato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi:RealAudioMP3

R. - Questo è un risultato importantissimo. Noi vogliamo far accrescere la consapevolezza del fatto che la nostra industria, insieme a tutto quello che lei ha detto, può rappresentare qualche cosa di importante per la vita e per il tempo alla vita. Questo è un qualcosa che spesso si trascura. Il nostro è un sistema di salute, il nostro è un sistema che regala vita, che regala impiego, che regala valore al Paese, non solo in termini di valore salute ma anche in termini di valore industriale.

D. – Di qui l’importanza di sostenere la ricerca, che significa quindi allungare e migliorare soprattutto la vita. Quanto la crisi economica in atto ha influito sulla ricerca?

R. – La crisi economica ha influito in maniera notevole sulla ricerca perché, sopratutto nel nostro settore che è stato preso di mira in maniera puntuale e chirurgica dalle manovre, non ha reso disponibili le risorse per poter essere investite in maniera profonda, proficua, nel nostro Paese come in passato. Questo è davvero un peccato. Già oggi assistiamo al fatto che gli investimenti si stanno spostando verso i Paesi emergenti e quando si decide dove investire si valutano anche le condizioni in cui un settore opera nel Paese di origine, quindi per noi è importante che ci sia un patto si stabilità, dare un minimo di certezze, di regole, perché in questo modo noi potremmo far partire le leve della ricerca.

D. – Quali sono le future sfide dell’industria farmaceutica, non solo in Italia?

R. – Le sfide sono importanti. Intanto perché ci sono tante malattie che non possono essere curate. Il nostro impegno è fortissimo per andare in questa direzione. Purtroppo è così, molte che non erano curabili in passato, oggi sono diventate malattie acute o possono essere curate, per altre c’è ancora molto da fare. Questa deve essere la prima sfida che noi portiamo avanti con determinazione per l’interesse della salute del paziente. La seconda sfida è una sfida nostra, interna, di affermare il nostro valore industriale. Lo dobbiamo ai nostri lavoratori, alle nostre imprese, alle famiglie che dipendono dai nostri 65 mila addetti che con l’indotto arrivano a 130 mila.

Ultimo aggiornamento: 5 luglio







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