Bangladesh: nuovo caso di avvelenamento in fabbrica tessile, colpiti in 200
Nuovo caso di avvelenamento in una fabbrica tessile del Bangaldesh, dove il settore
rappresenta oltre il 10% del Pil nazionale essendo il Paese il secondo esportatore
di vestiti al mondo, dopo la Cina. A riferire la notizia è l'agenzia AsiaNews: oltre
200 operai, ieri, sono stati ricoverati con sintomi di avvelenamento ad Ashula, cittadina
nella cintura industriale di Dhaka. Tutti risultano essere dipendenti della stessa
azienda, la Rose Dresses, che conta circa seimila operai. La fabbrica non è nuova
a episodi di questo tipo: dall’inizio di giugno, infatti, questo sarebbe già il terzo
caso di avvelenamento confermato dal personale medico, nonostante inizialmente il
governo avesse accusato gli operai di psicosi di massa. Secondo il racconto delle
vittime, colpevole sarebbe l’acqua che sgorga dai rubinetti della fabbrica e che tutti
avrebbero bevuto durante la giornata di lavoro. L’industria tessile del Bangladesh
è da tempo nel mirino per le condizioni di lavoro in cui versano i suoi operai: turni
massacranti, scarsissima retribuzione, condizioni igieniche precarie e totale assenza
di misure di sicurezza. (R.B.)