Il card. Coccopalmerio: povertà e sviluppo sostenibile, sfide per la Chiesa
“È un mondo più giusto e più equo quello che si dimentica di una larga parte dell’umanità
ed è incapace di un uso razionale e sostenibile delle risorse, di una migliore distribuzione
dei beni della terra, di prendere decisioni lungimiranti per arginare gli effetti
del cambiamento climatico che produce effetti devastanti proprio sui territori più
a rischio povertà?”: con questo interrogativo il card. Francesco Coccopalmerio, presidente
del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, ha aperto lunedì il seminario di
alto livello che si è svolto alla Casina Pio V, la prestigiosa sede della Pontificia
Accademia delle scienze in Vaticano sul tema “Povertà, beni pubblici e sviluppo sostenibile.
Le sfide globali del nuovo millennio”. L’incontro - riporta l'agenzia Sir - è stato
organizzato dall’Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale e Agenzia
del Demanio, in collaborazione con le onlus “Maria Diomira” e “Lo vuole il cuore”
e l’associazione Greenaccord. “La povertà è una delle grandi sfide del nuovo millennio
- ha detto il card. Coccopalmerio -. Tante belle aspirazioni, tanti programmi, tanti
impegni formali da parte di organizzazioni mondiali e nazioni, sono rimasti solo aspirazioni
a cui tendere e la povertà, complice anche la crisi economica, aumenta e pone a tutti
noi degli interrogativi di tipo sociale, di tipo economico, di giustizia e, non ultimo
di carattere morale”. Il presidente del dicastero vaticano ha ricordato che Papa Francesco,
“fin dall’inizio del suo pontificato, sta affrontando con costanza, passione e partecipazione
il tema dei poveri e della povertà. Egli è convinto che sia una sfida anche per la
Chiesa stessa: sobrietà e capacità di ascolto delle esigenze dei meno fortunati devono
essere le linee guida del comportamento dei cristiani”. “Ma oggi - ha osservato mons.
Coccopalmerio - il tema della povertà si intreccia anche con altri temi interdipendenti:
la cura dell’ambiente, la sostenibilità urbana, la sostenibilità energetica, la crescita
economica che dev’essere guidata da criteri nuovi, il consumo di suolo che vede tanti
edifici vuoti e inutilizzati a fronte di tante nuove costruzioni spesso realizzate
in aree a rischio”. (R.P.)