Egitto: l'esercito concede 48 ore ai politici per risolvere la crisi
Egitto nel caos con nuovi scontri nella notte e il bilancio delle vittime salito a
20. L’opposizione ha lanciato un ultimatum al presidente Morsi affinchè lasci il potere
entro oggi e già 5 ministri hanno presentato una lettera di dimissioni. In serata
il messaggio delle Forze armate che concedono due giorni di tempo ai politici per
risolvere la crisi, poi l'incontro tra Morsi e il ministro della Difesa. Cecilia
Seppia:
48 ore per
rispondere alle richieste della gente, o entrerà in scena l’esercito, con una road
map controllata punto per punto. E’ l’ultimatum lanciato dalle forze armate a tutti
gli schieramenti politici e trasmesso in diretta radio-tv, che subito ha provocato
l’esplosione di gioia di piazza Tahrir. Un riferimento esplicito con il quale i militari
sembrano aver sposato la causa dei dimostranti che anche oggi sono tornati a riempire
le strade del Paese. Di fatto però le imponenti mobilitazioni di ieri contro il presidente
Morsi si sono portate dietro una nuova scia di sangue: oltre ai morti, anche più di
800 feriti, alcuni in gravi condizioni e ovviamente decine di arresti. Momento di
massima tensione poi stamattina al quartier generale dei Fratelli Musulmani al Cairo,
preso d’assalto dai manifestanti che hanno incendiato e saccheggiato gli uffici e
anche pugnalato un esponente del movimento, ora ricoverato in ospedale. Attacco questo
duramente condannato dal Fronte nazionale di salvezza all’opposizione che chiede al
popolo di mantenere l’aspetto pacifico della protesta. Stesso appello anche dall’Onu
e dal presidente dell’Europarlamento Shulz. Intanto però il movimento Tamarod, ha
lanciato intimato a Morsi di lasciare il potere entro domani, pena l’inizio della
cosiddetta “disobbedienza civile”. Nel governo poi cominciano le prime defezioni:
5 i ministri che hanno presentato lettera di dimissioni.