Concluso a Trento il Forum dell'informazione cattolica per la salvaguardia del Creato
Rinsaldare le reti sociali e spirituali è funzionale alla costruzione di un modello
economico che salvi la persona dal primato della finanza e della speculazione. Con
questo obiettivo si sono conclusi, sabato, a Trento i lavori del X Forum dell’Informazione
cattolica per la Salvaguardia del Creato. Un appuntamento organizzato da Greenaccord
Onlus in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento e l’arcidiocesi locale,
che in tre giorni di sessioni e confronti, davanti a oltre cento giornalisti della
stampa locale e nazionale, ha cercato di indagare sul ruolo delle reti come strumento
di tutela e di servizio del territorio. Il servizio di Marina Tomarro:
La montagna
come contenitore di molteplici reti di trasposto, reti di informazione e commerciali,
percorsi di guerra oppure spirituali, verso luoghi di pellegrinaggio. Alcuni esistono
ancora, altri sono solo segni della storia dell’uomo, che però bisogna conservare.
Questo l’appello finale dei cento giornalisti che hanno partecipato al X Forum dell’informazione
cattolica. Il commento di Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico
di Greenaccord:
“La montagna è un luogo privilegiato per riconoscere i segni
lasciati da questa coevoluzione collaborativa tra uomo e natura, e anche le nuove
reti – pensando ad un patto da rinnovare con la natura – sono strumenti molto importanti
per alimentare un nuovo percorso di collaborazione tra uomo e natura. Quindi parliamo
di reti di informazione, reti di trasmissione di esperienze, di dati e anche di nuove
soluzioni e nuove tecnologie, di tutto ciò che dovrà accompagnarci nel futuro per
trovare soluzioni nuove e più articolate per poter continuare a produrre benessere.
Le reti moderne insieme alle reti antiche ci consentono di trovare la via per un futuro
migliore”.
E tutti siamo chiamati a rispettare e custodire le bellezze
del Creato come dono offerto da Dio all’uomo. La riflessione di mons.Mario
Toso, segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace:
“Il
credente, innanzitutto, deve guardare al Creato con gli occhi di Dio, deve coltivare
nei confronti del Creato quell’atteggiamento che coltivò San Francesco d’Assisi il
quale considerava l’acqua una sorella, considerava gli elementi naturali come fraterni
… Questo per dire che dobbiamo considerarli come quelle realtà che sono state messe
a nostra disposizione da Dio perché ce ne potessimo servire per la nostra crescita
umana e perché possano servire anche a quelli che verranno dopo di noi: c’è un rapporto
stretto, dato dalla fisicità, dato dall’aspetto biologico dell’esistenza umana, con
l’ambiente naturale”.
E le montagne, in particolare le Dolomiti, sono state
molto amate da due Pontefici: il Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il ricordo
di Enrico Franco, direttore del Corriere Trentino.
“Entrambi i Papi
hanno frequentato la nostra regione: Wojtyla più il Trentino, il cardinale Ratzinger
più l’Alto Adige-Südtirol, proprio per le bellezze del Creato, e questo l’hanno sempre
detto e sottolineato. Papa Wojtyla, celebrando la Messa alle sei del mattino nel rifugio
alle Lobbie sull’Adamello, disse: ‘La grandiosità di queste montagne ci parla di Dio’.
Ratzinger parlava spesso, rifletteva spesso proprio sul Creato. Io direi che il monito
che hanno lasciato questi due Papi alla Regione è: 'Le montagne sono qualcosa da vivere,
ma da rispettare. Da rispettare appunto perché la natura di parla di Dio'”.