2013-06-29 16:10:41

Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma.
Il sindaco Marino ospite della Radio Vaticana


RealAudioMP3 Roma è il centro della cristianità e quindi deve anche essere al servizio di tutti quei pellegrini che giungono nella nostra città da ogni luogo della terra. Tra qualche giorno avrò lo straordinario onore di un’udienza dal Santo Padre e certamente quello dell’accoglienza, del pellegrinaggio, dei viaggi che portano tante persone da ogni angolo del Pianeta in questa città, anche per motivi religiosi, sarà uno degli argomenti che affronterò, perché credo che debba esserci maggiore cura. Non è solo una collaborazione da continuare e da sviluppare quella tra il mondo delle associazioni religiose, la Caritas e il servizio sociale delle Istituzioni locali ai più deboli, ma deve essere anche valorizzata. Questa settimana, ad esempio, io ho voluto che venisse sbloccato tutto quell’insieme di permessi che garantiranno alla Caritas di avviare un nuovo centro di ospitalità, un nuovo dormitorio a Via Marsala. Insomma, Comune, associazioni, chiese debbono darsi una mano e bisogna che si inizi proprio da coloro che sono rimasti indietro. Io non credo che Roma possa diventare una comunità se non si dà valore alle funzioni di coloro che servono i più deboli e i più poveri. Roma diventerà una comunità - io ne sono certo! - proprio perché noi inizieremo a lavorare dalle periferie, da coloro che sono rimasti indietro. Sul fronte dei trasporti pubblici, In questo momento mi sembra prematuro parlare della Metro D, mentre posso dire che per quanto riguarda la Metro C verrà rispettato il programma previsto da San Giovanni fino a Pantano. Sul fronte delle minicipalizzate, mercoledì presenterò in Giunta una delibera che disegni un nuovo assetto delle aziende municipalizzate, quindi dell’azienda che si occupa dei rifiuti, dell’azienda che si occupa dei trasporti e delle altre aziende, attraverso le quali il Comune garantisce i servizi ai cittadini. Tutto questo, nella mia idea, per superare - diciamo - strutture che sono piuttosto - chiamiamole - barocche, con consigli di amministrazione che servono spesso soltanto a distribuire posti, arrivando alla scelta di amministratori unici che siano selezionati sulla base della loro competenza. Cultura, arte, archeologia e Agro Romano sono stati due delle aree strategiche sulle quali ho più parlato, più espresso convincimenti durante la campagna elettorale e li voglio qui confermare ai vostri microfoni. Per quanto riguarda la nostra città, noi sappiamo che abbiamo il comune agricolo più grande d’Europa: 51 mila ettari di terreno, che non debbono essere luogo di nuova speculazione edilizia, ma devono essere luogo di investimento in un settore importantissimo per la vita delle persone, l’agroalimentare. Questo non significa che non avremo cantieri edili, li avremo nella città, così come fanno le altre città moderne del nostro continente - basta pensare a Londra - e avremo molti cantieri, molto lavoro anche nell’edilizia, ma attraverso processi di rigenerazione e di riqualificazione di quell’edificato che oggi è abbandonato. Per questo ho detto e voglio perseguire il piano della pedonalizzazione dei Fori Imperiali, perché questo è un qualcosa che dobbiamo alle romane, ai romani, ma anche all’intero pianeta. Ne abbiamo il diritto e anche il dovere. (a cura di Luca Collodi e Alessandro Guarasci)








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