Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma. Il sindaco Marino ospite della Radio Vaticana
Roma è il centro
della cristianità e quindi deve anche essere al servizio di tutti quei pellegrini
che giungono nella nostra città da ogni luogo della terra. Tra qualche giorno avrò
lo straordinario onore di un’udienza dal Santo Padre e certamente quello dell’accoglienza,
del pellegrinaggio, dei viaggi che portano tante persone da ogni angolo del Pianeta
in questa città, anche per motivi religiosi, sarà uno degli argomenti che affronterò,
perché credo che debba esserci maggiore cura. Non è solo una collaborazione da continuare
e da sviluppare quella tra il mondo delle associazioni religiose, la Caritas e il
servizio sociale delle Istituzioni locali ai più deboli, ma deve essere anche valorizzata.
Questa settimana, ad esempio, io ho voluto che venisse sbloccato tutto quell’insieme
di permessi che garantiranno alla Caritas di avviare un nuovo centro di ospitalità,
un nuovo dormitorio a Via Marsala. Insomma, Comune, associazioni, chiese debbono darsi
una mano e bisogna che si inizi proprio da coloro che sono rimasti indietro. Io non
credo che Roma possa diventare una comunità se non si dà valore alle funzioni di coloro
che servono i più deboli e i più poveri. Roma diventerà una comunità - io ne sono
certo! - proprio perché noi inizieremo a lavorare dalle periferie, da coloro che sono
rimasti indietro. Sul fronte dei trasporti pubblici, In questo momento mi sembra prematuro
parlare della Metro D, mentre posso dire che per quanto riguarda la Metro C verrà
rispettato il programma previsto da San Giovanni fino a Pantano. Sul fronte delle
minicipalizzate, mercoledì presenterò in Giunta una delibera che disegni un nuovo
assetto delle aziende municipalizzate, quindi dell’azienda che si occupa dei rifiuti,
dell’azienda che si occupa dei trasporti e delle altre aziende, attraverso le quali
il Comune garantisce i servizi ai cittadini. Tutto questo, nella mia idea, per superare
- diciamo - strutture che sono piuttosto - chiamiamole - barocche, con consigli di
amministrazione che servono spesso soltanto a distribuire posti, arrivando alla scelta
di amministratori unici che siano selezionati sulla base della loro competenza. Cultura,
arte, archeologia e Agro Romano sono stati due delle aree strategiche sulle quali
ho più parlato, più espresso convincimenti durante la campagna elettorale e li voglio
qui confermare ai vostri microfoni. Per quanto riguarda la nostra città, noi sappiamo
che abbiamo il comune agricolo più grande d’Europa: 51 mila ettari di terreno, che
non debbono essere luogo di nuova speculazione edilizia, ma devono essere luogo di
investimento in un settore importantissimo per la vita delle persone, l’agroalimentare.
Questo non significa che non avremo cantieri edili, li avremo nella città, così come
fanno le altre città moderne del nostro continente - basta pensare a Londra - e avremo
molti cantieri, molto lavoro anche nell’edilizia, ma attraverso processi di rigenerazione
e di riqualificazione di quell’edificato che oggi è abbandonato. Per questo ho detto
e voglio perseguire il piano della pedonalizzazione dei Fori Imperiali, perché questo
è un qualcosa che dobbiamo alle romane, ai romani, ma anche all’intero pianeta. Ne
abbiamo il diritto e anche il dovere. (a cura di Luca Collodi e Alessandro Guarasci)